Una nuova alba (Italian Edition) by Lia Carnevale

Una nuova alba (Italian Edition) by Lia Carnevale

autore:Lia Carnevale [Carnevale, Lia]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-05-31T22:00:00+00:00


Capitolo 15

Hassan

Schiaccio l’acceleratore, mentre salgo di marcia. Ho sempre odiato il cambio automatico, preferisco avere io il controllo, su ogni cosa. Furtivamente guardo Hana, seduta sul sedile accanto a me. Nessuno dei due ha detto una parola da quando ci siamo lasciati alle spalle le luci brillanti di Tel Aviv. I suoi occhi non mi hanno cercato, al contrario hanno osservato incuriosita il paesaggio che ci circonda, senza guardami nemmeno per un momento.

Sorrido, al ricordo dell’ultima volta che eravamo in auto insieme, quando con coraggio mi aveva puntato un coltello da cucina alla gola, pensava di poter risultare pericolosa.

Hana si volta proprio in quel momento, notando la mia espressione divertita. Le lancio uno sguardo anche io e il sorriso che mi rivolge è stranamente contagioso. Smetto di sorridere e rido, davvero. Perdo quel controllo che mi sono imposto di avere su tutto e tutti e mi lascio andare a quel momento che, in mezzo a tanta merda, sembra essere l’unico spiraglio di tranquillità.

Io e Hana non eravamo destinati a stare insieme.

Io e Hana abbiamo molti anni di differenza.

Io e Hana non abbiamo nulla in comune.

Io e Hana siamo sposati.

Io la voglio, fisicamente. Lei mi guarda invece come se avesse accanto un uomo meraviglioso.

Mi viene in mente quando aveva appena quattordici anni e, stavamo cenando, il momento in cui sua madre aveva annunciato che era stata lei a preparare il piatto principale. Io la osservai con affetto, i suoi occhi invece mi dissero chiaramente ciò che non volevo sapere: lo aveva preparato per me. Solo per me.

Prima potevo evitarlo, ma oggi devo fare i conti con i suoi sentimenti: è innamorata di me.

Cosa devo fare con te?

È complicato, trovare una risposta a questa domanda.

«Dove siamo?» chiede, mentre parcheggio l’auto vicino il piccolo porticciolo.

«Nella parte vecchia di Tel Aviv, Jaffa» le rispondo prima di scendere. Vado dalla sua parte e le apro la portiera. L’aria fredda, per un attimo mi fa desistere dall’idea di portarla così in alto.

«Hai freddo?» la interrogo, appena è accanto a me.

Fa no con la testa, ma i suoi denti che sbattono mi confermano che sta mentendo.

«Forse è meglio se torniamo indietro»

«No… voglio venire con te» assicura, posandomi la mano sul braccio, che prontamente guardo, costatando che è effettivamente la mano di una donna. La mano che indossa il simbolo della nostra unione.

«D’accordo.» Chiudo la portiera. Faccio cenno alla persona che si trova all’interno del SUV nero, che non ha smesso di seguirci, di rimanere in auto e ci addentriamo all’interno dei vicoli deserti di questo piccolo borgo.

Passo un braccio intorno alle sue spalle. Hana sussulta, molto probabilmente non si aspettava questo gesto. Lei si guarda intorno, i suoi occhi sono rapiti dalla bellezza dell’antichità che questo luogo racchiude.

Quando ero bambino volevo venire a vivere in questo posto, in una casa vicino al piccolo porticciolo, insieme a mia madre, e farmi raccontare tutte le storie mitologiche che lo vedono protagonista. Poi sono diventato grande, e ho capito che il mio destino non prevedeva pace e tranquillità e ho rimpianto quegli anni in cui potevo averla vicino.



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