Urania 0027 Crociera Nell'Infinito by Alfred E. Van Vogt

Urania 0027 Crociera Nell'Infinito by Alfred E. Van Vogt

autore:Alfred E. Van Vogt
Format: mobi
pubblicato: 2010-01-11T21:00:00+00:00


- Sì, adesso si parla con più ragionevolezza - rispose il fisico. - Tuttavia, prima di disattivare lo schermo, dovremo discutere a lungo.

Morton rise.

- Una volta che saremo ripartiti, lei potrà discutere con gli altri fin che vuole, sviscerando i pro e i contro fino al termine del viaggio. - Fece una pausa. - Altre obiezioni? Grosvenor?

Il giovane scosse la testa:

- Lo schermo mi sembra sufficiente, Signore.

- Chiunque sia contro, parli adesso - disse Morton. Visto che nessuno fiatava, si rivolse agli uomini sulla gabbia:

- Avvicinate la struttura, in modo che possiamo prepararla per l'energizzazione.

All'interno, Ixtl avvertì il debole pulsare del metallo quando i motori si avviarono di nuovo. Vide le sbarre spostarsi. Poi divenne conscio di una sensazione acuta, pungente, piacevole. Era un'attività fisica all'interno del suo stesso corpo e, finché continuò, si sentì la mente offuscata. Quando riuscì di nuovo a pensare con chiarezza, il pavimento della gabbia si stava alzando intorno a lui... mentre il suo corpo restava a giacere sulla dura superficie del guscio esterno della nave.

Con un ringhio, scattò in piedi, comprendendo ciò che era accaduto. Dopo aver scaricato il vibratore, aveva dimenticato di riportare alla normalità la propria struttura atomica. E adesso era passato attraverso il pavimento metallico della gabbia, mentre questa veniva sollevata.

- Dio del cielo!

Il grido di Morton fu così forte che assordò Grosvenor.

Come un lampo scarlatto, il lungo corpo di Ixtl sfrecciò sulla distesa scura e impenetrabile della superficie esterna della nave, diretto verso il portello ancora aperto. Si tuffò nelle sue profondità illuminate. Il suo corpo già adattato si dissolse attraverso le due porte interne del sistema di chiusura stagna. Ed infine si trovò all'ingresso di un lungo, luminoso corridoio, al sicuro... per il momento. Dentro di sé, era certo di una cosa. Nell'imminente lotta per il controllo della nave, aveva della sua un importante vantaggio, oltre alla propria superiorità individuale. I suoi nemici non immaginavano ancora quale fosse la portata mortale del suo vero scopo.

Alfred E. Van Vogt

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1994 - Crociera Nell'Infinito

16.

Erano passati solo venti minuti. Grosvenor, seduto in una delle poltrone situate nell'auditorium del ponte di comando, guardava Morton e il Capitano Leeth che parlavano fra di loro a bassa voce su una delle scalinate che conducevano alla sezione principale del quadro strumenti. La sala era affollata. Con la sola eccezione degli uomini lasciati di guardia ai posti chiave, a tutti era stato ordinato di intervenire. L'equipaggio militare e i suoi ufficiali, i Capi dei Dipartimenti scientifici e i loro dipendenti, gli impiegati nei ruoli amministrativi, e i diversi tecnici che non appartenevano ad alcun Dipartimento, tutti erano stipati nella sala o raccolti nei corridoi adiacenti.

Si udì una campana. Il mormorio delle conversazioni cominciò a spegnersi. La campana suonò di nuovo. Tutti tacquero. Il Capitano Leeth si fece avanti.

- Signori - cominciò - i problemi continuano a spuntare come funghi, non vi sembra? Comincio a pensare che noi militari non abbiamo giudicato correttamente gli scienziati, in passato. Io personalmente ritenevo che trascorressero delle tranquille esistenze, chiusi nei loro laboratori, lontani dai pericoli.



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