Urania 0402 - Le sabbie di Marte by Arthur C. Clarke

Urania 0402 - Le sabbie di Marte by Arthur C. Clarke

autore:Arthur C. Clarke [Clarke, Arthur C.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: PIPPO
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-01-19T09:26:59+00:00


Con grande diplomazia, sebbene a uno spettatore estraneo sarebbe apparso evidente, Jimmy riuscì a portare la conversazione su un terreno più personale. Scoprì così che Irene lavorava nella sezione contabile, ma era informatissima su tutto quello che si svolgeva al reparto amministrativo dove sperava di occupare un giorno un importante posto di direzione. Jimmy pensò che forse, in un certo senso, l'alta posizione del padre le era di ostacolo. Anche se per certi versi questo doveva averle reso la vita più facile, per altri invece doveva averle creato svantaggi innegabili, perché Porto Lowell era molto democratica.

Ma era molto difficile mantenere Irene sull'argomento Marte: la ragazza era assai più desiderosa di parlare di Terra, del pianeta che aveva lasciato bambina e che quindi aveva nel suo ricordo una irrealtà di sogno. Jimmy fece del suo meglio per rispondere a tutte le domande in modo esauriente, ben felice di discorrere di qualsiasi cosa che potesse tenere desto l'interesse della ragazza. Le parlò delle grandi metropoli terrestri, delle montagne e dei mari, dei cieli azzurri solcati di nubi, dei fiumi e degli arcobaleni... di tutte le cose insomma che Marte non aveva. E mentre parlava si sentiva sempre più preso dal fascino degli occhi ridenti di Irene. Ridenti. Non c'era altro modo per descriverli. Pareva che la ragazza condividesse con l'interlocutore una misteriosa allegria segreta. A un certo punto Jimmy si accorse, che intorno a loro si era fatto un gran silenzio. Tutti guardavano lui e Irene.

«Se voi due avete finito di chiacchierare» disse il Presidente, «sarà meglio muoversi. Lo spettacolo comincia tra dieci minuti.»

Tutto Porto Lowell sembrava essersi pigiato nel minuscolo teatro. Il maggiore Whittaker, che li aveva preceduti per fissare i posti, li aspettava all'ingresso, e li accompagnò alle rispettive poltrone, un blocco di posti che occupavano quasi tutta la prima fila. Gibson, Hadfield e Irene erano al centro, fiancheggiati da Norden e Hilton, con grande dispiacere di Jimmy, al quale non restò altra alternativa che ammirare lo spettacolo. Come tutte le rappresentazioni dilettantistiche anche quella era buona solo in parte. I pezzi musicali erano ottimi e c'era una mezzo soprano che avrebbe potuto dare dei punti a qualsiasi collega professionista terrestre. Gibson perciò non rimase sorpreso quando lesse accanto al suo nome, sul programma: "Ex artista del Teatro Reale dell'Opera del Covent Garden". Seguiva quindi un intermezzo drammatico, con la classica eroina in pericolo e il solito cattivo che alla fine veniva punito. Al pubblico piacque, e i vari interpreti furono applauditi e fischiati a turno, a seconda della parte che interpretavano, e non mancarono i consigli e gli epiteti di rito a questo e a quello.

Si presentò quindi alla ribalta il più formidabile ventriloquo che Gibson avesse mai udito, finché verso la fine, giusto un attimo prima che l'attore rivelasse spontaneamente il trucco, si accorse che si trattava in realtà di un registratore nascosto dietro le quinte.

Il pezzo successivo era una satira bonaria di vita cittadina, talmente zeppa di allusioni locali che Gibson poté apprezzarla solo in minima parte.



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