Vita, storie e pensieri di una ALIENA (Italian Edition) by Emma Altieri

Vita, storie e pensieri di una ALIENA (Italian Edition) by Emma Altieri

autore:Emma Altieri [Altieri, Emma]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-05-14T22:00:00+00:00


Capitolo 9

I suoi assedi ormai erano diventati costanti e tutte le volte mi provocavano emozioni tanto forti che il mio cuore a stento riusciva a sopportarle. Se da una parte mi sentivo lusingata dalle sue attenzioni, dall’altra non riuscivo più a capire se fossi interessata a lui oppure mi piaceva solo il modo in cui si prendeva cura di me e non mi trascurava mai. Non capivo se ne ero innamorata oppure avevo solo paura di mettermi di nuovo in gioco.

Una domenica mattina credevo che sarebbe passato a salutare, come faceva spesso quando non lavorava, e passai tutto il tempo della messa in completo stato di trance, guardando costantemente la porta, ma Riccardo non si presentò.

La mia delusione fu cocente, ma cercai di non palesare a tutti il motivo della mia inquietudine. Antonio mi guardava insistentemente; doveva aver intuito che qualcosa mi stesse rendendo nervosa, ma io lo avevo rassicurato con i miei finti sorrisi più di una volta.

Alla fine della funzione incontrai Marco, il suo migliore amico, e lì la mia furia trovò un po’ di soddisfazione, anche se sapientemente nascosta sotto un sorriso finto.

«Di’ al tuo amico che è proprio un cafone. Non aveva detto che sarebbe passato? È proprio un buffone!»

Me ne andai con una finta aria da superiore che non avrebbe ingannato nemmeno mia nonna, ma in quel momento mi sembrava stesse funzionato con tutti.

Mi misi a fare animazione con Antonio e la sua allegria e il suo modo di rendersi ridicolo agli occhi dei bambini mi fecero ridere e divertire fino a dimenticare, anche solo momentaneamente, il mio cuore fortemente deluso da un’assenza per me ingiustificata.

Una mezz’ora dopo, mentre ero vergognosamente, oserei dire, impegnata nell’interpretazione de “Il coccodrillo come fa”, lo vidi apparire al cancello di corsa, tutto sudato e cercarmi intensamente, finché non incrociò i miei occhi. Il suo viso si illuminò e il sorriso che adoravo mi abbagliò fino quasi a farmi perde l’equilibrio. Meno male che la canzone era alla fine perché non so cosa mi fermò da volare giù dalla panchina, a costo di schiacciare i bambini seduti ai miei piedi, e correre fra le sue braccia.

Finii il mio spettacolino notando che nessuno si era accorto che il mio umore era miracolosamente risalito alle stelle. Cercai di fare finta di niente e dissi a Antonio che mi prendevo un minuto e di continuare lui. Mi guardò perplesso, ma non potendo ricondurre il mio strano comportamento a nulla, mi assecondò.

Andai verso Riccardo e lui mi si avvicinò. Il mio cuore sembrava voler uscire fuori dal petto, ma presi un profondo respiro e mi detti un contegno prima di iniziare a parlare, anche se sentivo come sempre le guance andare in fiamme e avvertivo un caldo allucinante.

Sfoderai la migliore faccia da poker che avevo (sempre quella che non ingannerebbe nemmeno mia nonna) e parlai.

«E tu che ci fai qui?»

La mia voce suonò fin troppo squillante e credo mi si leggesse in faccia a chiare lettere che ero strafelice di vederlo.

Molto semplicemente e guardandomi dritta negli occhi rispose.



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