Youssef Ziedan by Azazel 2010

Youssef Ziedan by Azazel 2010

autore:Azazel 2010 [2010, Azazel]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-04-18T18:25:22+00:00


Nestorio si stupì del e mie parole. Poi fu lui a stupirmi con la frase che disse, perché mi ricordò una cosa di cui io ero convinto e che ripetevo sempre a me stesso. “Quel o che hai visto lì”

disse con voce triste “non era un monaco. I monaci non uccidono, camminano lentamente sul a terra seguendo i passi degli apostoli, dei santi e dei martiri!”

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Dodicesima pergamena In viaggio verso il monastero

I miei giorni a Gerusalemme erano tutti uguali, finché, nel ’anno che ho citato, non arrivò Nestorio con i pel egrini. Col suo arrivo i miei giorni divennero dolci e calmi, cancel ando in me la sensazione di sentirmi straniero. In quel periodo abbiamo continuato a incontrarci spesso, in chiesa, nel a mia cel a o nel a sua residenza. In sua presenza il sole che era dentro di me risplendeva e le mie preoccupazioni svanivano: le avevo quasi dimenticate e loro avevano dimenticato me. Ma, trascorsi venti giorni, Nestorio mi informò che si stavano preparando per tornare al loro paese, dopo essersi accertati che le strade per Antiochia e Mopsuestia fossero sicure. L’ansia s’impadronì di me per tutta la notte. Il giorno del a partenza mi alzai presto e arrivai nei pressi del a loro residenza insieme ai primi raggi del sole. La piazza era piena di bauli e le persone che affluivano erano immerse nei preparativi. Erano tutti concentrati nel e faccende del viaggio, mentre io ero preoccupato perché le mie giornate dopo la loro partenza sarebbero state vuote.

Nestorio mi vide da lontano mentre si muoveva in mezzo al a fol a in fretta e con grande attenzione, diceva una cosa a questo, dava qualcosa a quel o, e tutti gli obbedivano. Nei loro animi occupava un posto importante. Mi vide e io andai incontro al suo viso splendente. Mi prese in disparte vicino al muro del grande ostel o, mantenendo gli occhi fissi sui preparativi per il viaggio. Poi si voltò verso di me e propose:

“Perché non vieni con noi ad Antiochia, o ti unisci a noi con la prima carovana che parte?”

“Antiochia, padre, è una città grande e caotica.

Non riu—

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scirei più a vivere in una città così. Il mio unico obiettivo è quel o di trascorrere in pace i giorni che mi restano”.

“Ma che discorso è questo? Hai appena trentanni!”

“Sono trenta? A me sembrano trecento”.

Nestorio rise al a mia battuta e il suo volto diventò ancor più splendente. Dimostrò un certo interesse quando mi chiese se avessi intenzione di concludere la mia vita da monaco asceta o da medico che esercita la professione. E

scherzando aggiunse: “Oppure potresti diventare un sacerdote dal e mie parti… Se un giorno vorrai smettere gli abiti monastici, ti troverò una moglie buona e credente, cosicché tu possa generare un popolo di egiziani nel nostro paese”.

“Mio signore, io ti dico che voglio vivere in pace e tu mi proponi il matrimonio?”

Nestorio scoppiò a ridere mostrando i denti bianchi e diritti come frammenti di luce. Si sistemò il copricapo sul a testa e mi domandò se fossi contento di vivere a Gerusalemme.



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