Zuppa di vetro by Jonathan Carroll

Zuppa di vetro by Jonathan Carroll

autore:Jonathan Carroll [Carroll, Jonathan]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T08:17:19+00:00


La preghiera del dinosauro

John Flannery sapeva cosa significava “ZUPPA DI VETRO”. Nel momento stesso in cui aveva visto Leni con quel cartello in mano, si era girato ed era corso via. Sembrava uno che ha un urgente bisogno di trovare un bagno. Aveva gli occhi sbarrati e continuava a stringere i pugni. Quando raggiunse la macchina, non riuscì a infilare la chiave nella serratura. Alla fine si ricordò che si apriva a distanza con un bottone sulla chiave di ac-censione.

La prima cosa che fece dopo che fu salito e si fu seduto fu scoreggiare.

Non gli era mai capitato di fare una scoreggia e quella fu una vera bomba a mano. Aveva fagocitato troppa aria mentre correva allarmato verso la macchina e il suo corpo aveva dovuto trovare un modo per sbarazzarsene.

Si girò sbigottito e si guardò il sedere come qualche volta fanno i cani do-po avere scoreggiato, come se non avessero niente a che fare con quello che è appena successo, altrettanto sorpresi di chiunque altro da quel rumore.

L’odore della scoreggia, della macchina nuova e del costoso rivestimento in pelle della Porsche riempirono l’abitacolo. Flannery si risedette guardando dritto davanti a sé, sapendo che avrebbe dovuto andarsene subito, ma ancora troppo sconcertato da quel che era successo. Tutte le regole erano state infrante: era stata appena innescata una dinamica nuova di im-mani proporzioni. Se Flannery avesse soltanto saputo che tutti al cimitero, proprio tutti, avevano visto quello che aveva visto lui, si sarebbe spaventato a morte.

John Flannery non aveva mai scoreggiato e non si era mai spaventato.

Spaventato di che cosa? Cosa c’era nella vita che potesse far paura a una creatura come lui? Non mangiava se non quando voleva far credere a qualcuno di essere umano. Il suo cuore non batteva a meno che non fosse necessario per qualche ragione. Respirava soltanto perché se qualcuno si fosse accorto che non respirava sarebbero stati casini. Era lì per compiere un lavoro e il suo corpo era l’uniforme necessaria per farlo. Fino a quel momento se l’era cavata davvero bene. Ma in tutte le sue incarnazioni in un corpo umano, non gli era mai successo niente del genere. Era frastornato e smarrito.

I vivi abitano il loro mondo, i morti un altro, separato da confini netta-mente definiti che per nessun motivo devono essere oltrepassati. Una volta questa era una regola sacrosanta che nessuno, eccezion fatta per il Caos, che non riconosce regole né confini e non ne ha mai avuti, poteva violare.

Il Caos fa ciò che vuole, ed è per questo che Flannery poteva viaggiare tra la vita e la morte come e quando più gli pareva. Ma poi Isabelle Neukor e Vincent Ettrich avevano attraversato quella barriera invalicabile. E adesso, peggio ancora, anche Leni Salomon l’aveva fatto per inviare un messaggio da un mondo all’altro. A chi fosse in grado di decifrarlo avrebbe rivelato qualcosa che l’umanità cercava di scoprire dalla notte dei tempi.

Dal momento che Flannery non sapeva che anche altri avevano visto Leni rivelare il suo messaggio, non sapeva neanche che per loro si era trattato semplicemente delle parole “ZUPPA DI VETRO” e niente più.



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