Al Di Là Del Tempo by Connie Willis

Al Di Là Del Tempo by Connie Willis

autore:Connie Willis [Willis, Connie]
Format: epub
pubblicato: 1993-12-08T22:00:00+00:00


La signora Lucy aveva detto a Nelson che mandare tutti fuori in pattugliamento significava che in caso di emergenza non ci sarebbe stato nessuno a disposizione, ma questo non era vero. Arrivarono tutti entro pochi minuti, Swales, Morris e Violet, ticchettando sui suoi tacchi alti, e Petersby. Giunsero di corsa, uno dopo l'altro, e si fermarono a guardare stupidamente lo spazio che era stata la casa della signora Lucy, come se non riuscissero a capire che cosa fosse.

«Dov'è Renfrew?» chiese Jack.

«A Birmingham,» disse Vi.

«Non si trovava qui,» gli spiegai. «È in licenza per malattia.» Scrutai in mezzo al fumo e alla polvere, cercando di mettere a fuoco i loro volti. «Dov'è Twickenham?»

«Qui,» rispose.

«E la signora Lucy?» chiesi.

«Laggiù,» rispose Jack, e indicò in mezzo alle macerie.

Scavammo per tutta la notte. Giunsero in aiuto due diverse squadre di soccorso. Continuarono a chiamare ogni mezz'ora ma non ci fu risposta. Vi si fece prestare una lampada da qualcuno, vi pose sopra un fazzoletto azzurro, e funse da responsabile addetto all'incidente. Giunse un'ambulanza, attese un poco, se ne andò verso un altro incidente, ritornò. Venne Nelson a rilevare Vi come responsabile dell'incidente, e Vi tornò a darci una mano. «È viva?» ci domandò.

«Sarà meglio che lo sia,» risposi, guardando Jack.

Cominciò a calare la nebbia. Continuarono a passare gli aerei, lanciando razzi e bombe incendiarie, ma nessuno smise di lavorare. Dai cesti spuntò la macchina da scrivere di Twickenham, e una delle bottiglie di vino della signora Lucy.

Verso le tre Morris credette di aver sentito qualcosa, allora ci fermammo e chiamammo, ma non ci fu risposta. La nebbia si trasformò in una pioggerella. Alle quattro e mezza gridai qualcosa alla signora Lucy e lei rispose, da molto in basso. «Sono qui.»

«Sta bene?» le chiesi ad alta voce.

«Ho una gamba ferita. Credo che sia rotta,» gridò lei con voce calma. «Dovrei essere sotto il tavolo.»

«Non si preoccupi,» strillai. «Ci siamo quasi.»

La pioggerella ridusse l'intonaco a una melma viscida e disgustosa. Dovemmo rinforzare in continuazione la galleria e ricoprirla con una tela cerata, ed era troppo buio per vedere bene dove si scavava. Swales era sopra di noi e teneva una lampada tascabile sopra le nostre teste in modo da consentirci un minimo di visibilità. Suonò il cessato allarme.

«Jack!» esclamò la signora Lucy.

«Sì!» gridai.

«Era il cessato allarme?»

«Sì,» risposi, sempre gridando. «Non si preoccupi. La tireremo fuori in un attimo.»

«Che ora è?»

Nella galleria era troppo buio per vedere l'orologio. Andai a casaccio. «Le cinque e qualche cosa.»

«C'è Jack con voi?»

«Sì.»

«Non deve restare,» disse. «Digli di andare a casa.»

Smise di piovere, e cominciò a fare giorno. Jack guardò indeciso verso il cielo.

«Non ci pensare nemmeno,» gli dissi. «Tu non vai da nessuna parte.» Raggiungemmo prima uno, poi l'altro trave di quercia che rinforzavano il pianerottolo del quarto piano, e dovemmo segarli. Swales riferì che Morris aveva chiamato Nelson "un sanguinario assassino". Vi ci portò del tè nei bicchieri di carta.

Chiamammo la signora Lucy, ma non ci fu risposta. «Probabilmente si è assopita,» disse Twickenham, e gli altri annuirono come se gli credessero.



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