Al posto tuo by Riccardo Staglianò

Al posto tuo by Riccardo Staglianò

autore:Riccardo Staglianò [Staglianò, Riccardo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858422113
editore: Einaudi


Capitolo ottavo

Le video-lezioni che uccideranno i prof non-star

780 mila insegnanti

(Italia, 2014. Fonte: Miur)

L’alba delle classi da 100 mila studenti.

Il concetto di «aula affollata» va riconsiderato. Una volta il pienone erano centinaia di persone. Oggi esistono classi mille volte piú grandi. Ognuno segue da casa sua, d’accordo, ma il medesimo docente. Il salto quantico l’ha sperimentato Andrew Ng, che a Stanford riempiva le sale con una media di quattrocento ragazzi assiepati per imparare «linguaggio macchina». Per raggiungerne centomila, come gli è successo online nel 2011, avrebbe dovuto impiegare duecentocinquanta anni accademici. Accade su Coursera, la piattaforma web che ha fondato ad aprile 2012 assieme alla sua collega Daphne Koller. È lei quella che conosco per prima perché i curatori delle conferenze Ted l’hanno invitata all’edizione di Edimburgo del giugno dello stesso anno per spiegare come pensano di reinventare l’insegnamento universitario. Il trasloco online degli atenei non è notizia recente. Una vita fa, nell’estate del ’98, il mensile «Reset» per cui lavoravo mi aveva mandato a visitare la University of Phoenix, in Arizona, una delle pioniere che si vantava a ragione di avere tremila iscritti. Adulti, perlopiú, che di giorno lavoravano e nei ritagli di tempo, dal computer di casa, cercavano di conquistare nuove competenze per cambiare carriera o migliorare la propria. Ma tra la vecchia idea e la nuova esecuzione c’è uno scarto importante, fatto di almeno due novità essenziali. La prima è che ora i corsi sono gratis. La seconda è che a questa regalía partecipano con entusiasmo sorprendente gli atenei di élite, tipo Stanford, Columbia, Princeton, che normalmente si fanno pagare sui 40-50 mila dollari all’anno per insegnare con modalità tradizionali le stesse cose (certo, la terza differenza è che Coursera non dà ancora una laurea). «Sta per arrivare uno tsunami» aveva profetizzato John Hennessy, presidente di Stanford. Non si capiva se piú preoccupato di finirci sotto o eccitato per la convinzione di poter cavalcare l’onda anomala. La follia sta diventando endemica tra i presidi dell’Ivy League o la professoressa Koller sa qualcosa che a noi sfugge?

La novità piú nuova di tutte è il processo di valutazione dei compiti. Che è stato da una parte automatizzato, dall’altra dato in outsourcing agli studenti stessi. Ma procediamo per gradi, facendo spiegare a questa quarantasettenne laureata a diciassette anni alla Hebrew University di Gerusalemme, per poi ricevere un MacArthur grant, «la borsa di studio dei geni» presa anche da David Foster Wallace e da altri superdotati. Dice: «La grande differenza rispetto ai corsi online esistenti è che forniamo una reale esperienza di classe. Però in un ordine di grandezza incommensurabile con quelle tradizionali». Per definire queste adunate oceaniche a distanza è stato coniato il termine Moocs, massive open online courses. Con questi numeri come replicare un’interazione tra insegnante e allievo? E, soprattutto, verificare se queste masse hanno capito qualcosa di ciò di cui si parla? «Ogni lezione è suddivisa in segmenti video da 10-15 minuti. Poi il filmato si interrompe e per proseguire lo studente deve sostenere dei quiz sul tema affrontato».



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