Anna Karenina by Lev Nikolaevic Tolstoj

Anna Karenina by Lev Nikolaevic Tolstoj

autore:Lev Nikolaevic Tolstoj
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: archivio ladri di biblioteche
editore: Mauri Spagnol
pubblicato: 2013-07-17T22:00:00+00:00


11

Tutti prendevano parte alla generale conversazione, eccetto Kitty e Lèvin. In principio, quando si era parlato dell’influenza che un popolo ha sull’altro, Lèvin aveva pensato senza volerlo che sull’argomento avrebbe voluto dire qualcosa; ma questi pensieri, prima per lui molto importanti, guizzavano come in sogno nella sua testa e non avevano adesso per lui il minimo interesse. Gli pareva persino strano che quelli si accanissero tanto a parlare di cose che non servivano a nessuno. Esattamente allo stesso modo, Kitty avrebbe dovuto interessarsi a ciò che loro dicevano dei diritti e dell’istruzione delle donne. Quante volte lei aveva riflettuto su questo, ricordando la sua amica Vàrenka all’estero, la sua penosa dipendenza; quante volte aveva pensato fra sé che cosa ne sarebbe stato anche di lei se non si fosse sposata, e quante volte ne aveva discusso con la sorella! Ma questo adesso non la interessava per nulla. Fra lei e Lèvin si svolgeva una conversazione che era solo loro, e neppure una conversazione, ma una sorta di misteriosa comunione, che di minuto in minuto li legava più intimamente e produceva in tutt’e due una sensazione di gioiosa paura di fronte all’ignoto in cui entravano.

Dapprima Lèvin, rispondendo a Kitty che gli chiedeva dove l’avesse veduta l’anno prima, raccontò il suo incontro con la carrozza, lungo la strada maestra, mentre stava ritornando a piedi dalla falciatura.

«Era di mattina molto presto. Voi, probabilmente, vi eravate appena svegliata. La vostra maman dormiva nel suo angolo. Era una mattina stupenda. Io camminavo e pensavo: chi ci sarà in quella carrozza col tiro a quattro? Una bella quadriglia con i sonagli... e per un attimo siete balenata voi, e dal finestrino ho visto che eravate seduta così, e con tutt’e due le mani tenevate i nastri della cuffietta ed eravate terribilmente intenta a pensar qualcosa,» disse egli sorridendo. «Come avrei desiderato sapere a che cosa pensavate allora. A qualcosa d’importante?»

«Non ero spettinata?» pensò lei; ma, vedendo il sorriso pieno d’entusiasmo che questi particolari suscitavano nel ricordo di lui, sentì che, al contrario, l’impressione che aveva prodotto era molto bella. Arrossì e scoppiò a ridere con gioia.

«Davvero, non ricordo.»

«Come ride bene Turòvcyn!» disse Lèvin, ammirando gli occhi umidi e il corpo di lui che sussultava.

«Lo conoscete da molto tempo?» domandò Kitty.

«Chi non lo conosce!»

«E io vedo che voi pensate che è un uomo cattivo.»

«Non cattivo, ma insignificante.»

«Non è vero! E smettete subito di pensar così!» disse Kitty. «Anch’io avevo un’opinione molto bassa di lui, mentre è... è un uomo gentilissimo e straordinariamente buono. Ha un cuore d’oro.» «Come avete potuto conoscere il suo cuore?»

«Io e lui siamo molto amici. Lo conosco bene. Lo scorso inverno, poco dopo che... che voi eravate stato da noi,» disse con un sorriso colpevole e nel contempo fìducioso, «Dolly aveva tutti i bambini con la scarlattina e lui passò da lei per puro caso. E potete immaginarvi,» disse bisbigliando, «gli venne tanta compassione che rimase e cominciò ad aiutarla a curare i bambini. Sì, e trascorse tre mesi in casa loro e curava i bambini come una njànja.



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