Aqua mirabilis by Eleonora Recalcati

Aqua mirabilis by Eleonora Recalcati

autore:Eleonora Recalcati [Recalcati, Eleonora]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-08-03T12:00:00+00:00


9

Gli asfodeli delle Tuileries

«Arrêtez Mazael!»

Giovanni e Antonio avevano appena trovato il portone dell’appartamento parigino di Voltaire, quando sentirono un acuto urlo femminile provenire dall’interno. Antonio fece un balzo all’indietro, di fronte agli occhi divertiti dello zio.

Ci avevano messo del tempo a rintracciare l’elegante Rue de la Baume, dove alloggiava Voltaire, trascinandosi dietro il pesante bagaglio nel reticolo di vie e vicoli sul lungosenna. Sprazzi della magnificenza di Parigi strattonavano Giovanni da ogni parte, che camminava come in trance, fermandosi ora sotto il profilo altero di un palazzo, ora di fronte alla luce che giocava a rinfrangersi nel fiume. L’odore forte, a tratti nauseabondo della città, punteggiato dalle scie raffinate di qualche dama, lo affascinava. Un tempo lo avrebbe trovato eccessivo, volgare, ma ormai aveva imparato ad apprezzare anche le note dissonanti.

Antonio invece, a testa bassa, procedeva senza distrazioni. «Zio, muovetevi, così arriviamo e scarichiamo. Poi avrete tempo di guardarvi intorno.»

Giovanni allora, vergognandosi del richiamo di un ragazzo tanto più giovane, aveva tirato dritto, pregustando il momento in cui avrebbe potuto godersi Parigi, una ragnatela in filo d’oro al cui centro c’era Rosalba.

Dopo il grido, rimasero qualche istante in attesa di fronte al portone, mentre all’interno dell’appartamento si susseguivano rumori di mobili spostati e risatine divertite. Antonio, rosso in volto per l’imbarazzo, prese l’iniziativa e bussò, ansioso di recapitare la consegna.

Per un certo tempo non successe niente, poi si udirono dei passi leggeri diretti alla porta. Si trovarono di fronte una donna bellissima, scapigliata, con il volto imporporato e gli occhi scuri, illanguiditi dal piacere. Si stava stringendo i nastri di velluto della mantella sul collo sottile, preparandosi a uscire. Dietro di lei Voltaire aveva l’aria ugualmente scompigliata, la camicia con i pizzi bianchissimi, senza panciotto, lo faceva sembrare ancora più pallido e magro.

«Siete voi» constatò il letterato, con una nota che Giovanni interpretò come fastidio.

«Adrienne, ti presento Monsieur Farina, uno degli autori del profumo che ti ho regalato.»

La donna fece un inchino civettuolo. «Dio benedica il vostro naso, Monsieur.»

Giovanni arrossì, travolto dal profumo naturale di lei che, miscelandosi all’Eau de Cologne, colorava gli agrumi di sfumature calde e sensuali.

«È arrivato da Colonia apposta per una nuova consegna e... per farmi da balia, giusto? E il ragazzo chi è? La balia della balia?»

Antonio fece un piccolo inchino: «Antonio Farina, Monsieur, garzone del Maestro Feminis, per servirvi. Ci siamo conosciuti a Colonia».

«Ah, già. Bene, vedo che fate tutto in famiglia...» Poi, passando a un perfetto italiano aggiunse: «Entrate pure».

Adrienne salutò con un bacio sulla guancia Voltaire, sussurrandogli qualcosa all’orecchio, poi fece un’altra riverenza.

«Adieu, benvenuti a Parigi.» E corse via, leggera, lasciando dietro di sé la scia agrumata. Il letterato rimase a guardarla con il consueto sorriso ironico prima di far accomodare i suoi ospiti.

«Stavamo provando i primi versi della mia nuova tragedia, pensavo di far recitare a lei la mia Mariamne, che ne dite?» Voltaire sospirò distrattamente, mentre faceva strada ai due nel piccolo appartamento fino a un tavolo ellittico in salotto, affollato di libri in disordine. L’odore della carta e dell’inchiostro irrompeva nell’aria stantia della casa buia, evidentemente disabitata da tempo.



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