L'incubo di Roma by Matteo Gravina
autore:Matteo Gravina [Gravina, Matteo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-03-01T12:00:00+00:00
PARTE SECONDA
Zama, 18 ottobre 202 a.C.
Faceva freddo. Annibale passò una mano con delicatezza sulla terra che conservava ancora il calore del giorno. Inspirò a fondo per sentire lâaria fredda bruciargli il petto, mentre si batté le cosce come per svegliarle dal torpore. Ormai era seduto da molto prima che il sole tramontasse, e da molto lâuomo al suo fianco gli faceva silenziosa compagnia. Senza voltarsi, si concentrò su Hiram. Probabilmente anche lâufficiale era infreddolito, ma Annibale lo conosceva abbastanza da sapere che avrebbe preferito morire soffrendo piuttosto che emettere un solo lamento.
Alla loro destra, a poco meno di uno stadio di distanza, lâaccampamento si preparava per la sera. Una moltitudine di fuochi cominciavano a scaldare la cena e gli animi, come Annibale aveva potuto osservare migliaia di volte nellâarco di trentaquattro anni di ininterrotta vita militare. Ma ora, per la prima volta, osservava quelle luci non solo dallâesterno, ma da completo spettatore. Sentiva che tutto si stava muovendo da solo, che sarebbe andato avanti con o senza il suo consenso e che avrebbe potuto semplicemente ammirare il desolante infrangersi del suo sogno. Provava a ripetersi che quei quarantamila uomini a pochi passi da lui, ancora una volta, avrebbero fatto qualsiasi cosa avrebbe comandato. Eppure non sembrava abbastanza.
Sbuffò più rumorosamente di quanto avrebbe voluto. Come un segugio, Hiram si voltò verso Annibale, forse sperando che quel suono fosse lâinizio di una conversazione. Il generale avvertì la responsabilità di dover parlare, continuando il dialogo con lâufficiale che si era concluso con il tramonto. Quasi da tacito accordo, insieme al sole era calato anche il silenzio.
«Non voglio essere irrispettoso, signoreâ¦Â» azzardò Hiram.
Annibale si voltò.
«Ma hai intenzione di stare fuori tutta la notte? Dovrai riposare, prima o poi.»
«Se hai freddo puoi andare, amico mio.»
Hiram grugnì, ma Annibale rise e quindi non se la prese.
«Sono anni che non so cosa siano il freddo o il caldo.»
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