Occidente by Mario Farneti

Occidente by Mario Farneti

autore:Mario Farneti [Mario Farneti]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-11-26T23:00:00+00:00


L'ufficio del console Colleoni era poco distante da quello di Mussolini. Benché fosse molto più piccolo, aveva un aspetto ugualmente austero a causa degli scuri mobili neo-rinascimentali che ne costituivano l'arredo.

- Ecco, tribuno, questo è l'invito per stasera. Dovrà recarsi a Villa Esperia, alla periferia nord della città, sulla Collina Fermi. Si potrà servire dell'auto che le metteremo a disposizione. Queste sono le chiavi del suo appartamento al Villaggio Olimpico, potrà usufruirne per tutto il tempo in cui rimarrà a Roma. Se vuole seguirmi, l'accompagno all'armeria perché possa scegliere l'equipaggiamento più consono.

L'armeria di Villa Torlonia si trovava al piano seminterrato, in un bunker protetto da spesse mura di calcestruzzo e da doppie porte corazzate.

- L'affido al centurione Cavan - disse Colleoni, congedandosi.

- La ringrazio - rispose Tebaldi, - mi lascia in ottime mani.

- Puoi scommetterci, Romano! - Cavan gli diede una pacca amichevole sul braccio, poi ordinò al caposquadra di guardia di aprire la porta corazzata. Entrarono in un vestibolo illuminato con luci artificiali. In una guardiola protetta da vetri blindati sostava un moschettiere che controllava una serie di monitor. L'uomo azionò un comando a distanza e fece aprire la seconda porta.

- Ecco, qui potrai trovare tutte le armi e le attrezzature di cui hai bisogno.

- Mi basta poco: una pistola Beretta e un fucile mitragliatore, poi un radiotelefono con cui possa collegarmi con voi in qualsiasi momento e... tanta fortuna.

Cavan aprì un cassetto alla base di una rastrelliera che conteneva una serie di MK66 e afferrò una scatola di legno di mogano. - Qui c'è la pistola: è la Beretta Fulgur, calibro 9 parabellum. Fa parte di una serie speciale fatta apposta per il Duce in occasione del Cinquantenario. Ne sono state prodotte solo mille. Vedi, sul calcio è impressa in oro la lettera L, cinquanta in numeri romani. E’ perfettamente equilibrata e assai maneggevole e ha un sistema di riciclo dei gas che elimina quasi del tutto il rinculo, il caricatore contiene quindici colpi. - Armò la pistola e gliela porse.

Tebaldi strinse l'acciaio freddo e lucente fra le mani. Gli sembrò che la pistola non avesse peso. La distribuzione dei volumi era così perfetta, che l'arma sembrava essere diventata tutt'uno col corpo.

- Togli la sicura e metti il colpo in canna. Adesso te la faccio provare.

Premette un pulsante a lato della porta d'ingresso e la parete di fondo della sala scorse via. Al di là era celato un poligono di tiro con cinque sagome. Tebaldi si mise la cuffia alle orecchie e prese di mira la prima. Sparò tre colpi in rapida successione: ne piazzò due sul cuore e uno alla testa.

- L'hai fatto secco, Romano! Vedo che non ti sei affatto arrugginito, tiri sempre come ai bei tempi.

- E questo è niente. - Cominciò a sparare sulle altre quattro sagome, centrandole al cuore al primo colpo.

- Può bastare o devo tirare anche alla testa?

Cavan rise divertito. - Lasciane qualcuna anche per noi, poveri mortali!

- D'accordo, centurione, ma adesso fammi vedere il mitragliatore.

- Be', a questo punto non



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