Il cannibale (eNewton Narrativa) (Italian Edition) by Bass Jefferson

Il cannibale (eNewton Narrativa) (Italian Edition) by Bass Jefferson

autore:Bass, Jefferson [Bass, Jefferson]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2013-05-03T16:00:00+00:00


CAPITOLO 23

«Cosa preferisce? Lo Sherwood Forest Café o il pub Sir Galahad?». Sinclair mi mostrò la mappa perché gli dessi una rapida scorsa.

«È una scelta difficile», scherzai. «Se dovessi scegliere solo in base ai nomi, sceglierei lo Sherwood Forest, ma mi sembra che si trovi appena fuori dalla zona più vivace del posto, e immagino sia un po’ troppo rumoroso. Il Sir Galahad si trova al secondo piano, quindi dovrebbe essere più tranquillo».

«Allora vada per il Sir Galahad». Si avviò verso la scala mobile e scendemmo di un piano rispetto a dove si trovavano le sale riunioni. «Chi diavolo era Sir Galahad? Ha idea di chi fosse?»

«Uhm... Era uno dei cavalieri della Tavola Rotonda». Frugai nei cassetti della mia memoria. Da ragazzino avevo letto qualcosa sulla leggenda di Re Artù, ma le storie di cavalieri erano lontane mille miglia dai traumi da corpi contundenti e dalle tracce di fendenti sulle ossa. «Mi sembra che Galahad fosse il cavaliere onesto», azzardai. «Era stato allevato dalle suore. Era casto e pio, quando non era occupato a fare a pezzi i nemici con la spada». Cercai di ricordare cos’altro raccontasse la leggenda di Galahad. «Passò molto tempo alla ricerca del Sacro Graal. È tutto ciò che ricordo di lui».

«È già molto. Io non ricordo un granché neppure della conferenza che ho appena tenuto».

La scala mobile ci lasciò davanti a un ristorante italiano chiuso, accanto al quale si trovava un teatro che quella sera dava uno spettacolo dal titolo Tuoni australiani, che sulla locandina veniva presentato con frasi come «I fusti più sexy d’Australia» e «Il migliore striptease maschile di Las Vegas». Mi colpì l’ironia di uno spettacolo di striptease maschile a pochi passi da un luogo che prendeva il nome da uno dei cavalieri di Re Artù, che impersonava l’ideale di castità e purezza. Anche il Sir Galahad era chiuso, quindi alla fine prendemmo un caffè da Starbucks e delle ciambelle da un chioschetto Krispy Kreme. Sospettavo che quello non fosse il cibo di cui si era nutrito Sir Galahad durante la ricerca del Sacro Graal, ma erano divine: nuvole calde di pasta frolla, fritte a perfezione, e ricoperte da una croccante glassa di zucchero. «Squisite», dissi con ammirazione. «Queste sì che meriterebbero una seria ricerca».

Sinclair scosse la testa. «Devo dissentire. Non sono mai stato un appassionato di Krispy Kreme. Sono un irriducibile fan di Dunkin’ Donuts».

«Dunkin’ Donuts? Sono troppo fritte!».

«Esatto», disse. «È proprio quello che le rende squisite». Alzò le spalle. «Lei è del Tennessee, io sono del New Jersey. Forse è una questione geografica».

«Può darsi», ammisi. «La Krispy Kreme ha impiegato molto a superare la linea Mason-Dixon».

Scoppiò a ridere. «Apparve un articolo sul “New York Times” quando il primo Krispy Kreme aprì a Manhattan. I barbari erano alle porte».

«Se pensa che Krispy Kreme sia uno shock culturale per i newyorkesi», dissi, «aspetti che arrivi in città Craker Barrel».

«Che si faccia avanti! Più biscotti e salse e fritti mangia la gente, meglio è per i miei affari, e per i suoi». Mi offrì metà della sua ciambella.



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