La casa degli angeli spezzati by Luis Alberto Urrea

La casa degli angeli spezzati by Luis Alberto Urrea

autore:Luis Alberto Urrea [Urrea, Luis Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858433317
editore: Einaudi
pubblicato: 2020-01-24T12:00:00+00:00


I festeggiamenti

La mattina della festa

Ore 8.

Bisognava prepararsi.

Little Angel era sdraiato sul divano a guardare la luce mattutina che strisciava nel salotto di MaryLú. C’era ovunque un profumo dolce e farinoso.

Tutti i parenti pensavano che Little Angel in qualche modo stesse fregando il sistema. Un ladro di cultura. Un finto messicano. Piú gringo che altro. Lui lo sapeva. Aveva sentito sua sorella dargli del «mezzogringo». Come se essere un qualche tipo di messicano gli avesse mai regalato dei punti nel Grande Gioco. Come se essere un qualche tipo di messicano in California equivalesse a occupare un posto privilegiato. Ma cosa avrebbe potuto dire? Doveva raccontare di tutte le volte che gli avevano dato del «chicano» o del «latino»? O del «mangiafagioli»? Gli avrebbero riso in faccia. Doveva fare un elenco delle ragazze messicane che aveva baciato da giovane? Mostrare le poesie che aveva scritto in spagnolo?

Lo spagnolo! Alla sua famiglia non piaceva nemmeno parlargli in spagnolo. Quando lui ci provava, quelli si ostinavano a rispondere in inglese. Anche se sapevano bene che parlava lo spagnolo come loro e meglio dei loro figli. Ognuna delle parti aveva qualcosa da dimostrare ma nessuna delle due sapeva bene cosa.

A loro non piaceva la sua agiatezza in quel mondo a Nord fatto di bastardi pallidi e sofisticati.

Pensavano che lui ce l’avesse fatta, visto che era cresciuto sia con l’inglese che con lo spagnolo. E in nessuna delle due lingue c’era piú traccia d’accento. E probabilmente era ricco. Tutto gli era venuto con grande facilità. Aveva ottenuto ciò che voleva. Compreso loro padre.

Immaginavano le sue mattine di Natale come orge di giocattoli sgargianti e radioline e biciclette.

Avevano visto le sue lezioni su YouTube. Parlava di autori messicani di cui loro non avevano mai sentito parlare. Sapevano che prendeva in giro il loro accento. Lo trovavano irrispettoso verso Don Antonio. Be’, forse chiamarlo «Il Donatore di Sperma» nel suo corso sulla paternità nella letteratura ispano-americana era stato avventato. Questo lo ammetteva.

Quando raccontava a lezione le storie delle loro manie, Little Angel era convinto di rendere un omaggio. Sentiva il peso di esserne l’unico testimone in vita. In qualche modo i particolari piú sciocchi delle loro giornate per lui erano sacri. E credeva che se solo la cultura dominante avesse potuto vedere quei piccoli istanti, avrebbe visto anche la propria vita riflessa in quella altrui.

A sua insaputa, dall’altra parte della città, Big Angel era di nuovo rientrato nel proprio corpo dopo essere andato sulla tomba del padre a Tijuana e alla casa di famiglia a La Paz, ormai in rovina e infestata dalle erbacce. Piú un momento di voyeurismo in camera della Gloriosa per guardarla sognare.

La Gloriosa si svegliò presto. Non capiva perché secondo gli altri era sempre in ritardo. Cabrones. Di solito era in piedi prima di tutti. Ci voleva del tempo per diventare cosí bella: non è che saltavi fuori dal letto già con l’aria da leggenda vivente di famiglia. Ay no. Quindi forse non era dove avrebbe dovuto nel momento esatto in cui era attesa, ma faceva in modo che si ricordassero per sempre del momento in cui arrivava.



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