Baci Immortali by Laini Taylor

Baci Immortali by Laini Taylor

autore:Laini Taylor [Taylor, Laini]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2012-03-06T19:49:11+00:00


3

Prati neri

Alcuni dicono che i Druj sono demoni, figli del caos creati tanto tempo fa per tormentare gli arcangeli e cercare la malvagità nel cuore degli uomini. Altri li chiamano fey, spiriti della foresta che cacciano i cacciatori, nati dalle ossa della terra prima che le montagne fossero montagne o che Dio fosse Dio. La maggior parte della gente non ha mai sentito neppure parlare di loro e tra quelli che ne hanno sentito parlare molti sono portati a credere che siano solo fantasie e leggende popolari. Ma ci sono ancora brave persone a questo mondo che sanno fin troppo bene che sono reali. Gente che è stata penetrata da loro come un gelo che penetra nell'anima, che è stata tormentata da loro, cacciata da loro, gente alla quale gli incubi non permetteranno mai di dimenticare.

Ci sono luoghi nelle pieghe e nelle spaccature delle montagne, da Zagros al Thien Shan e perfino molto più a ovest, nei Carpazi, dove gli esseri umani non si avventurano mai nelle foreste, né per cacciare né per raccogliere legna, né per incontrare amanti segreti né per nascondersi. E non si spingono mai oltre il limite dei prati neri, quelle strisce di terra ridotte in cenere che loro stessi bruciano per separare il loro territorio dalle foreste.

Due volte all'anno, in occasione degli equinozi, gli anziani dei villaggi si occupano di questi prati. Solo i curvi dai capelli bianchi si avvicinano tanto alle foreste, e per una buona ragione: i Druj non sono tentati dai vecchi. Perciò, mentre i giovani aspettano al sicuro nei villaggi, i vecchi vanno a bruciare i confini dei prati con i tizzoni ardenti. Dopo che l'erba nera si raffredda, ci camminano sopra, sentendola scricchiolare sotto le suole, e lasciano le loro decime sotto le primissime ombre della foresta in modo che i Druj possano venire a portarsele via. Brandy, pane, frutta secca e carne, zucchero, coltelli, cestini con gattini appena nati con gli occhi ancora chiusi. Le leggende raccontano che i Druj non mangiano, perciò gli umani non sanno per chi è il cibo e non lo chiedono. Fanno semplicemente quello che hanno imparato dai loro nonni, lasciano i cestini e tengono gli occhi bassi per quanto grande sia la tentazione di guardare dentro la foresta. Non vogliono vedere cosa potrebbe ricambiare il loro sguardo.

Le foreste appartengono ai Druj. Ogni cosa al loro interno appartiene ai Druj e i Druj dovrebbero restarsene lì, i patti erano quelli, ma a volte la noia ha il sopravvento.

La noia è un tormento terribile per chi non ha un'anima.

Ogni villaggio ai piedi di tutte quelle montagne ha le sue leggende sui Druj che camminano in mezzo agli umani. Vengono sotto forma di corvi e gufi, volpi e gazze, cervi che portano sulle corna il muschio di secoli, e lupi, enormi e ricurvi, che camminano silenziosi fino al centro dei paesi. Sotto qualunque cithra si presentino, i loro occhi sono sempre uguali, di quello smorto celeste, ed è così che gli uomini li riconoscono. Quando vengono



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