Binario morto by Luca Rastello & Andrea de Benedetti

Binario morto by Luca Rastello & Andrea de Benedetti

autore:Luca Rastello & Andrea de Benedetti [Rastello, Luca & Benedetti, Andrea de]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2019-09-10T22:00:00+00:00


Tex e i suoi pards

Nel 1986 Germano Tessari era diventato capo della stazione dei carabinieri di Susa, incarico che mantenne per quattro anni, fino al 15 febbraio 1990, quando si diede alla politica: consigliere provinciale e assessore ai Servizi sociali del Comune di Susa, nel Psdi. In questa veste, nel febbraio del 1992 aveva denunciato in consiglio provinciale i «sistemi mafiosi degli appalti stradali in val di Susa». Negli stessi giorni in cui si verificava il caso del camper, la Sitaf era indicata proprio dall’ex maresciallo come centro di traffici di varia specie, e alcuni dirigenti erano stati inquisiti. Froio, ancora amministratore delegato al tempo della denuncia di Tessari, secondo alcuni per venire a patti con l’ex maresciallo che di lui si fidava, propose l’assunzione di Guido Manina nel sistema centrale dell’azienda. L’atto successivo sarà l’investitura dello stesso Tex, con un contratto datato 7 marzo 1995. Da quel momento i due collaboreranno nel settore sicurezza. Ufficialmente la Sitaf si rivolge a Tessari in seguito a un episodio importante: il ritrovamento di oltre cento chili di esplosivo nel tunnel autostradale di Prapontin, il 6 gennaio 1995. Ma i rapporti fra l’ex carabiniere e l’azienda risalgono a prima: all’epoca in cui una serie di ritrovamenti di armi ed esplosivi (pilotati da un ambiguo collaboratore di Tessari e delle forze dell’ordine, Franco Fuschi, di cui sarà indispensabile, purtroppo, riparlare) risollevano la fama dei carabinieri in valle, travolta da un’imbarazzante indagine su un traffico d’armi gestito intorno all’armeria Brown Bess di Susa.

Il pasticcio della Brown Bess nasce a cavallo fra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, cioè a cavallo fra il Tessari maresciallo e il Tessari politico, in quello che il suo collaboratore Franco Fuschi descriverà, al processo, come «un negozietto di provincia squallido e mal rifornito». Titolare dell’armeria Brown Bess a Susa è Luisa Duodero, insieme al figlio Andrea Torta. Per i carabinieri della compagnia locale, l’armeria è in regola, così come lo è per Tessari, che per questa leggerezza finirà indagato insieme ad altri tre marescialli. Ma non è tutto liscio come sembra: il marito della Duodero, Giovanni Torta, ha a suo carico una pesante condanna per traffico d’armi a favore dei Nuclei armati rivoluzionari – i famigerati Nar di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, terrorismo fascista – e della criminalità organizzata. Al centro di quel traffico era stata l’armeria Old Gun di Milano, gestita proprio da Torta con un socio imbarazzante: Carlo Digilio, uomo dei servizi segreti, militante di Ordine nuovo, unico collaboratore di giustizia dello stragismo nero e – letteralmente – unico condannato per la strage di Piazza Fontana.

Nonostante precedenti tanto pesanti, la famiglia Torta ottiene la licenza per gestire una nuova armeria e torna, senza difficoltà, al traffico d’armi. A Susa. Poco tempo dopo, arriva il contatto: «Fui avvicinata – racconterà Luisa Duodero a processo – da Franco Fuschi, un cliente abituale, che si qualificò come agente del Sisde. Per convincermi, mi raccontò fatti privati della mia vita che nessuno poteva conoscere». «Fuschi – così la Duodero – era un grande amico del maresciallo Tessari, una persona importante in valle.



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