Black Holly - 2013 - I segreti di Coldtown by Black Holly

Black Holly - 2013 - I segreti di Coldtown by Black Holly

autore:Black Holly [Black Holly]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 1089
pubblicato: 2013-11-03T23:00:00+00:00


22

Si paga caro il prezzo dell’immortalità;

si deve morire parecchie volte mentre ancora si è in vita.

Friedrich Nietzsche

La notte in cui era stato morso per la prima volta, Gavriel si era risvegliato tra lenzuola fresche di bucato in una stanza dal soffitto alto che non riconobbe. Puzzava di liquore, perfino il suo sudore sapeva vagamente di Chartreuse, e aveva pensato di essere ancora ubriaco. Quando si era messo a sedere, la testa gli girava così forte che era stato costretto a sdraiarsi di nuovo. Fuori dalle finestre, i lampioni a gas di Parigi ardevano in un cielo senza luna.

— Bevi questo — gli aveva detto una voce maschile, avvicinandogli un bicchiere alla bocca.

Aveva trangugiato il liquido, che si rivelò essere acqua. Si sentiva strano, caldo e freddo al tempo stesso, come se gli stesse per venire la febbre. Era abituato a svegliarsi in camere luride, abituato a vergognarsi davanti alla persona, o persone, che ce lo avevano portato, abituato a tornare nel suo minuscolo appartamento con lo stomaco in subbuglio e gli abiti a brandelli, provocando sdegno nel suo padrone di casa.

Ciò a cui non era abituato era svegliarsi in un hotel di lusso con un uomo biondo dal sorriso perfido che lo guardava. Si ricordava vagamente di un pianoforte che suonava e di una puntura alla gola, come il morso di un cobra, e una grande pressione sul collo. Ma d'altronde aveva trascorso la maggior parte della notte in uno dei più trasgressivi salotti bohémien di Parigi e, nonostante la gente dicesse che quei posti erano covi di vipere, nessuno lo intendeva letteralmente.

— Devo andare — aveva detto Gavriel confuso, cercando di nuovo di mettersi a sedere. — Non mi sento bene.

— Alcune malattie sono peggiori della loro cura — aveva replicato l'uomo, tenendo fermo Gavriel con la forza di una sola mano. Nella luce fioca, le iridi dei suoi occhi sembravano rosse di sangue. Gavriel aveva sollevato lo sguardo e lo aveva fissato, troppo meravigliato per avere paura. Dopo aver corteggiato a lungo il diavolo, alla fine il diavolo era venuto a prenderlo.

— Quando sarà finita, saremo come fratelli — gli aveva promesso il diavolo.

— Io ho già un fratello — aveva farfugliato Gavriel.

— È morto.

Il diavolo si stagliava sopra di lui e il suo sorriso si era allargato a mostrare i denti aguzzi. — Esattamente come me.

Gavriel aveva aperto la bocca per gridare ma, ubriaco com'era, aveva invece cominciato a ridere.

Quando Gavriel si era svegliato nuovamente, dalla finestra entravano lame di luce e i ricordi della notte passata gli sembravano ridicoli. Un incubo particolarmente sciocco e indulgente, causato dal troppo alcol e dall'esagerata tristezza che lo pervadeva. Nessuno incombeva su di lui, pronto a colpirlo. Non c'era sangue a macchiare le lenzuola candide. La stanza d'albergo era vuota, la sua camicia e le sue scarpe erano su una poltrona lì accanto. Su un tavolo basso aveva notato una bottiglia di Chartreuse ancora intonsa accanto a un bicchiere di cristallo molato e a un piatto di ostriche al forno.

Con gli occhi ancora semichiusi, aveva guardato il letto e le lenzuola spiegazzate.



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