Blue Moon by Laurell K. Hamilton

Blue Moon by Laurell K. Hamilton

autore:Laurell K. Hamilton
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 2015-04-27T22:00:00+00:00


25

Seguimmo Marianne e la sua guardia del corpo, Roland, attraverso il bosco tenebroso. Se l'avessi portato io, quel dannato vestito si sarebbe impigliato in tutti i rami, verdi o secchi che fossero. Invece Marianne camminava senza il minimo impaccio, come se la vegetazione si scostasse gentilmente per lasciar passare lei e il suo vestito. Roland l'affiancava, scivolando tra le piante come la corrente nell'alveo di un fiume. Jamil, Nathaniel e Zane procedevano con la medesima sicurezza armoniosa. Noialtri invece eravamo in difficoltà. Io ero scusata dal fatto di essere umana; non capivo invece quali potessero essere le giustificazioni di Jason e di Cherry.

Inciampando in un tronco caduto, caddi bocconi, graffiandomi le braccia sulla corteccia scabra. Quando cercai di scavalcarlo, non ci riuscii. Cherry inciampò in qualcosa tra le foglie, cadde in ginocchio, si rialzò e inciampò di nuovo nello stesso dannato ostacolo. Rimase in ginocchio, a testa china.

Sbattendo contro le radici secche del tronco su cui sedevo, Jason cadde bocconi e imprecò. Si rialzò col petto graffiato, il sangue che sgorgava nero alla luce della luna. Notandolo, rammentai che Raina gli aveva praticamente sbrindellato il torace. Eppure non gli era rimasta neanche una cicatrice.

Chiusi gli occhi, appoggiando gli avambracci al tronco. Accorgendomi che le braccia mi dolevano, mi rialzai lentamente e le guardai. Il sangue stava colando dai graffi. Magnifico.

Jason si appoggiò al tronco, abbastanza lontano perché non potessimo toccarci. Forse avevamo entrambi paura di farlo. Non volevamo che accadesse di nuovo.

«Che cosa ci sta succedendo?» domandò Jason.

Scossi la testa. «Non lo so.»

All'improvviso, senza che la sentissi arrivare, Marianne ci fu accanto.

Stavo tardando troppo?

«Hai espulso il munin prima che fosse pronto a lasciarti.»

«E allora?» chiesi.

«Allora, ci vuole energia per farlo», spiegò.

«Ottimo! Ecco perché inciampo. Ma loro? Perché si sentono di merda?»

Fece un sorrisino. «Non sei l'unica a essersi opposta al munin, Anita. Sei stata tu a evocarlo, e se non fossi stata disposta a combatterlo, allora gli altri due sarebbero rimasti indifesi. Comunque lo hanno combattuto, lottando contro i ricordi. E questo richiede energia.»

«Sembra che tu lo sappia per esperienza», commentai.

«Posso evocare i munin. Le immagini confuse che lampeggiano nella mente sono la conseguenza, quando sei perseguitata da un munin che non vuoi accogliere.»

«Come sai che sono confuse?» domandai.

«Ho intravisto fugacemente una piccolissima parte di quello che hai visto.»

«Allora perché non ti senti male?»

«Non mi sono ribellata. Se tu semplicemente permettessi al munin di possederti, passerebbe tutto molto più rapidamente e quasi senza dolore.»

«Sembra il vecchio consiglio di restare sdraiata, chiudere gli occhi e lasciar fare, così finisce più in fretta!» ribattei beffardamente.

Reclinò la testa, la lunga capigliatura che scivolava sulle spalle come uno spettro pallido. «Accogliere i munin può essere piacevole o spiacevole, tuttavia questo munin ti bracca, Anita, e quasi sempre un munin che cerca di stabilire un legame con un membro del branco lo fa per amore, o per sofferenza condivisa.»

La scrutai. «In questo caso non si tratta di amore.»

«No, sento la forza della sua personalità e l'odio che prova per te. Ti bracca per tormentarti.»

Scossi la testa.



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