Camminare by Erling Kagge

Camminare by Erling Kagge

autore:Erling Kagge [Kagge, Erling]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858428344
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Per sei anni ho fatto solo camminate molto lunghe. Ho raggiunto il Polo Nord, il Polo Sud e la vetta dell’Everest. Anche gli scalatori camminano. Dapprima in montagna, poi tra burroni scoscesi. Avevo venticinque anni quando ho cominciato e trentuno quando ho sentito la voglia di percorrere distanze piú brevi. In quegli anni ho imparato molto sull’arte di godere con poco.

Camminare ha a che vedere con le piccole gioie. Piú la camminata è lunga, piú è importante viaggiare leggeri. Ma anche quando faccio una passeggiatina domenicale preferisco portarmi dietro solo lo stretto necessario. Un thermos, uno spuntino e una maglia in piú. Mi ci sono voluti molti anni per capire che un quadratino di cioccolata è piú buono di una tavoletta intera.

Mi dà sempre una bella sensazione, di libertà, avere sulle spalle tutto quello che mi servirà per le ore, i giorni o i mesi che durerà una camminata. Sapere che posso mangiare e dormire dove e quando voglio. Che il giorno dopo non ho appuntamenti alle 8:00 e non devo fare la spesa per cena. A lungo andare, l’unica cosa che mi manca è il contatto fisico. Essere abbracciato, dormire accanto a qualcuno.

Tutta una serie di abitudini deve restare a casa quando si fanno lunghi viaggi a piedi. Eppure c’è un certo piacere nel chiedersi di cosa abbiamo davvero bisogno. Nel discernere tra le cose che devi portare e quelle che vorresti perché renderebbero tutto piú confortevole. La mia impressione è che la maggior parte delle persone sottovaluti le proprie capacità di cavarsela solo con un sacco a pelo, un giaccone caldo, un piccolo paiolo, un fornellino, fiammiferi e cibo sufficiente. Se tu sostieni che è impossibile cavarsela con cosí poco, mentre io sostengo che è possibile, probabilmente abbiamo ragione entrambi.

Una delle gioie piú grandi che ho provato nel corso dei miei cinquantaquattro anni è stata quella di riscaldarmi dopo aver provato molto freddo. Nell’Østmarka come nei lunghi viaggi. «Quassú la distanza tra inferno e paradiso è molto breve», disse Børge Ousland mentre ci dirigevamo insieme in sci verso il Polo Nord, nell’inverno del 1990. Percepire il freddo che alla fine molla la presa è la sensazione piú bella al mondo. Mi è capitato di bere champagne in un bel salotto e comodamente seduto davanti al camino, ma credo che sia una situazione sopravvalutata; niente supera un punch bollente sul ghiaccio quando stai congelando.

Non sapere cosa incontrerai mentre cammini crea insicurezza. Credo che faccia bene. I pensieri si riducono, non sei raggiungibile perché nessuno sa dove sei. Non vivi attraverso gli altri. Per un attimo ti dimentichi del resto del mondo. Il passato e il futuro non contano niente finché metti un piede davanti all’altro.

Quando io e Børge prendemmo la via del Nord, in un viaggio a piedi durato cinquantotto giorni, non portammo niente di superfluo, solo 1253 grammi di attrezzatura. Se qualcosa si rompeva, la riparavamo. La suola dei miei scarponi da sci si ruppe. Mi si spezzò un molare. Il paio di guanti di lana che avevo con me si consumò, ma li rammendavo con cura ogni sera prima di andare a dormire.



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