Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia by Leonardo Sciascia

Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia by Leonardo Sciascia

autore:Leonardo Sciascia [Sciascia, Leonardo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845919619
Amazon: 8845919617
editore: Adelphi
pubblicato: 2005-07-13T22:00:00+00:00


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"Del comunismo di Candido e di don Antonio; e dei discorsi che tra loro e coi compagni facevano".

Candido, dunque, leggeva Marx. Aveva letto prima Gramsci, poi Lenin; ora leggeva Marx. Su Marx si annoiava, ma vi si ostinava. I libri di Gramsci li aveva invece letti con grande interesse; ed anche con la commozione che gli veniva dall'immaginare quel piccolo uomo gracile e malato che divorava libri e annotava riflessioni: e così aveva vinto il carcere e il fascismo che ve lo teneva. Gli pareva proprio di vederlo, di vedere la cella, il tavolo, il quaderno, la mano che scriveva; e di sentire il lieve raschio del pennino sulla carta. Ne aveva parlato spesso, con don Antonio, di Gramsci e di quel che di Gramsci aveva appena letto; ma don Antonio non amava molto Gramsci, vedeva nelle pagine dei "quaderni" serpeggiare un errore, una incrinatura. I cattolici italiani: e dove li aveva visti, Gramsci? La domenica, alla messa di mezzogiorno: poiché non altrimenti esistevano. Erano una debolezza, e Gramsci aveva cominciato a farne una forza: nella storia d'Italia, nell'avvenire del paese. «Speriamo che l'errore non si sviluppi, che la faglia non cammini» diceva. Ma a Candido pareva che su questo argomento don Antonio non avesse sufficiente serenità. Del suo essere stato prete restava in lui troppa delusione, troppo risentimento; e che un po' troppo, quindi, quel che era stato agisse su quel che voleva essere.

Si era annoiato anche su Lenin, ma diversamente che su Marx e molto meno. Di Lenin si era fatta l'immagine come di un carpentiere che si fosse affaticato a battere sugli stessi chiodi, in cima a un'armatura; e tanta fatica non aveva impedito che qualche chiodo fosse piantato male o andasse storto.

Era uscito dalle pagine di Lenin come da un frastuono di cantiere; ed era entrato in quelle di Marx proprio come quando, dopo aver visitato un cantiere, si entra nello studio di chi lo dirige. E come non è a tutti facile, e ai più difficile, leggere i grafici, i progetti, le planimetrie che vi stanno appesi e distesi, a Candido pareva di stare ad aggirarsi nelle pagine di Marx senza saperle leggere. E questa impressione, questo disagio, gli durò fin quando, dopo aver letto di Marx tutto quello che aveva trovato, tornò a leggere il "Manifesto del Partito Comunista". Allora gli fu chiaro che tante cose forse davvero non le aveva sapute leggere, ma altre non le aveva capite proprio per il fatto che le aveva capite: e cioè nel rifiuto che proprio quelle cose Marx avesse voluto dire e avesse detto. Quando, a scuola, aveva studiato Machiavelli, lo aveva molto impressionato, nel senso che gli era venuto il dubbio che Machiavelli non fosse intelligente, il fatto che avesse potuto credere in un futuro in cui le armi da fuoco sarebbero state accantonate per tornare alle armi bianche. E quello che Marx muoveva intorno a quella grande e semplice verità sul capitale, sul capitalismo, a quella grande e semplice scoperta, gli pareva fosse del genere di quella previsione di Machiavelli sul ritorno all'arma bianca.



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