Casanova by Stefan Zweig

autore:Stefan Zweig [Zweig, Stefan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Historical, saggistica, Biography & Autobiography, Fiction, Biographical
ISBN: 9788869443893
Google: 7dwkCgAAQBAJ
Amazon: B005WKEVQ2
editore: Lit Edizioni
pubblicato: 2007-09-28T00:00:00+00:00

* In italiano nel testo originale [ndt].

* Neugierde, in tedesco ‘curiosità’. Letteralmente: ‘avidità di nuovo’ [ndt].

* In italiano nel testo originale [ndt].

VII. Gli anni nel buio

«Quante volte non ho fatto in vita mia qualcosa che m’era odioso e ch’io stesso non riuscivo a capire! Ma ero spinto da una potenza segreta cui coscientemente non opponevo resistenza».

Casanova nelle Memorie

Ad essere onesti, non dobbiamo davvero rimproverare alle donne di essersi abbandonate così, senza la minima resistenza, al grande seduttore: non rischiamo noi stessi, ogni qualvolta lo incontriamo, di cedere alla tentazione della sua affascinante e fiammeggiante arte di vivere? Ammettiamo il fatto che a nessun uomo è facile leggere le Memorie di Casanova senza la gelosia più rabbiosa. Quante volte, del resto, non ci opprimono momenti in cui l’impulso maschile all’avventura vorrebbe evadere dalla routine quotidiana, da un secolo incastellato e specializzato, e in quei momenti appunto, d’intolleranza e d’insoddisfazione, la folle vita di quest’avventuriero, quel suo arraffare a piene mani e quel suo pieno godere, quel suo epicureismo che selvaggiamente sugge linfe vitali, ci sembrano più savi e più concreti dei nostri effimeri vagabondaggi spirituali, e la sua filosofia più piena di vita di tutti gli irritabili insegnamenti di Schopenhauer e del pietrificato e gelido dogmatismo di padre Kant. Quanto povera sembra infatti in quegli istanti la nostra esistenza, che solo le privazioni rendono sicura, e come dolorosamente riconosciamo il prezzo della nostra condotta spirituale e dei nostri sforzi morali. Proprio indurendo in forme plastiche questa nostra unica vita terrena, noi ci costruiamo dighe contro l’afflusso del mondo, paraventi contro il caso che selvaggiamente e senza senso ci turbina intorno. Destino dalle radici profonde: ogni qualvolta che proviamo a guardare oltre la fuggevole ora e indirizziamo i nostri sforzi verso uno scopo futuro, togliamo a quest’opera stessa un po’ della vitalità del suo presente; rubiamo ai danni dell’immediato godimento della vita quel tanto d’intensità interna che volgiamo a ciò che trascende il tempo. Siamo circondati da pregiudizi e giudizi, ci trasciniamo dietro ad ogni passo con cigolio di catene, la palla al piede della coscienza e procediamo pertanto, prigionieri di noi stessi, pesantemente, mentre Casanova, leggero e spensierato, afferra tutte le donne, trasvola tutti i Paesi e si lancia, sull’alata ruota del caso, verso tutti i cieli e tutti gli inferni. Nessun vero uomo può perciò (è inutile negarlo) leggere in certe ore le Memorie di Casanova senza provare invidia, senza sentirsi un inetto di fronte all’illustre maestro dell’arte di vivere e talvolta, ma che dico, cento volte preferirebbe essere lui piuttosto che Goethe, Michelangelo o Balzac. Se in principio si sorride un po’ freddamente alle spiritosaggini e alle spacconate di questo filou travestito da filosofo, al sesto, al decimo, al dodicesimo volume si è già disposti a ritenerlo il più savio degli uomini e la sua filosofia della superficialità la più intelligente e affascinante di tutte le dottrine.

Ma per fortuna Casanova stesso pensa a convertirci da quest’ammirazione prematura. Poiché il registro della sua arte di vita ha una lacuna pericolosa: dimentica che si deve invecchiare.

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