(Chronos Files 02) Time's Edge – Il confine del tempo by Rysa Walker

autore:Rysa Walker
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy
ISBN: 9788834730126
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2015-07-29T16:00:00+00:00

13

Mi siedo al tavolo della cucina e mi tolgo il casco, che all’interno è diventato tutto grigio. Ci passo le dita e, come mi aspettavo, vengono via coperte di tinta grigia.

Kiernan scende giù dal soppalco con una scatola gialla sotto il braccio. Me la porge e io gli passo un dito sul polso, lasciandogli sulla pelle un segno argentato. «Ooops» dice lui, alzando gli occhi su di me. «Scusa, mi dispiace tanto.»

«Sì, come no. Non ci crede nessuno. È tanto brutto?»

«Uhm... Direi di sì. Sembra che stai indossando un casco grigio.»

Io stringo gli occhi e gli strappo la scatola di mano prima di notare la sua espressione. La guarda come se contenesse qualcosa di velenoso. Decido di trattarla con più cautela e alzo delicatamente il coperchio.

Niente serpenti né ragni. A parte un diario CHRONOS sul fondo alla scatola, non c’è altro che ritagli di giornale, una dozzina in tutto, con titoli come ‘Scena raccapricciante in una chiesa di campagna’ e ‘Le morti della contea di Greene sono ancora avvolte nel mistero’. La maggior parte dei ritagli, datati settembre 1911, contengono solo testo, ma due degli articoli sotto gli altri riportano delle foto.

Comincio da quelli ma, dopo aver visto le immagini, vorrei aver cominciato dagli articoli di solo testo per prepararmi al colpo. Le foto sono entrambe in bianco e nero, e non sono particolarmente truculente. Ma sono terribilmente raccapriccianti.

«Quanti morti?» chiedo.

«Una fonte ne riporta quarantasette; un’altra quarantotto. C’era almeno un bimbo piccolo, per cui forse qualcuno si è limitato a contare le teste sulle panche e non ha guardato se portassero bambini in grembo. Il villaggio è isolato, ma sono piuttosto sicuri che fosse l’intera popolazione. Alcuni di loro venivano in città una volta a settimana a fare provviste, puntuali come orologi. Quando non si sono fatti vedere per due settimane di fila, qualcuno è andato a dare un’occhiata.»

Le due fotografie sono state scattate all’interno di una piccola chiesa di campagna con un pulpito sobrio, ornato soltanto da una croce nel mezzo. A destra c’è il cadavere di una donna alta e magra, seduta su una panca con la testa appoggiata al pannello di legno scuro che separa l’area del pulpito dal piccolo coro immediatamente dietro di esso. Sulla sinistra c’è uno scrigno grande quanto un tavolino da caffè, posto a un metro di altezza su lunghe gambe sottili, scoperchiato. Qualcosa all’interno dello scrigno riflette la luce che entra dalle finestre, ma non riesco a capire di cosa si tratti.

I miei occhi evitano d’istinto il primo piano dell’immagine, in cui i cadaveri sono accasciati da un lato o l’uno addosso all’altro su tutte le panche. Il braccio di un bambino penzola da un lato. I corpi sembrano intatti ma la pelle è strana. Sono scheletrici; alcuni appaiono quasi mummificati.

«Noti niente di anomalo?» mi chiede Kiernan, chinandosi accanto a me per guardare da sopra la mia spalla. «A parte il fatto che siano tutti morti all’interno della chiesa. E che sembra come se gli fosse stata succhiata via l’anima dal corpo.»

«Be’, sono soprattutto donne e ragazze.

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