Conquistata dal demonio. Alba - Volume II by Viorica Cebotari

Conquistata dal demonio. Alba - Volume II by Viorica Cebotari

autore:Viorica Cebotari [Cebotari, Viorica]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-12-11T23:00:00+00:00


Mentre sognavo di essere distesa su una nuvola, sotto una pioggia di petali bianchi, riaprii gli occhi e scoprii che in realtà erano i baci di Daniel a scendere sul mio viso. «Sveglia. Sono le sette passate» mormorò prima di darmi un altro bacetto sulla punta del naso.

Già! Era lunedì mattina e avevo dimenticato d’attivare la sveglia. Schizzai fuori dal letto e sull’orlo di una crisi isterica guizzai per casa spronando Daniel ad accelerare.

Dopo circa una mezz’oretta, abbrancai il signor Lumaca per il gomito e lo trainai verso l’uscita. «Ti vuoi muovere? Faremo tardi al lavoro.»

Appena sbucati all’aperto, mi fermò per il polso e mise qualcosa nel mio palmo richiudendomi le dita in un pugno.

Mi sentii raggelare. Il ricordo della consegna delle sue chiavi di casa era fin troppo fresco. Col cuore in gola dispiegai le dita e strabuzzai gli occhi alla vista di una chiave col logo Maserati. «Cosa significa?» balbettai.

«Che hai una nuova auto» disse tranquillamente come se gli avessi domandato l’ora.

Per auto intendeva la Maserati parcheggiata sotto al palazzo? Ecco perché aveva preteso di sapere cosa mi avesse colpita di quella vettura in particolare. Stupefatta, allettata e anche un pochino indignata gli restituii la chiave. «Non posso accettare. Sono in grado di provvedere a me stessa e nessuno ti ha chiesto di comprarmi una macchina. Come sempre agisci di testa tua e questo mi manda in bestia!»

Fece un’espressione apatica come se avesse già previsto quella mia reazione. «Ma guarda che è un prestito fino a quando non ne acquisterai una tua.» Mi prese per mano e mi condusse verso la meraviglia aggiungendo: «Non la uso quasi mai e, siccome in questo periodo non sei automunita, mi piacerebbe che ne fruissi per tutto il tempo che ti occorre.»

Posta così era un’altra storia. Sbizzarrirmi alla guida di quel gioiellino era proprio la terapia ideale, dopo un fine settimana allucinante come quello. Afferrai con entusiasmo la chiave che Daniel mi faceva penzolare davanti: «Non ti facevo uno da Cabrio.»

Si limitò a una scrollatina di spalle.

Euforica disinnescai l’allarme, mi tuffai sul sedile in pelle e studiai il cruscotto. Misi in funzione il motore e per godermi appieno il suo rimbombo chiusi gli occhi prima di premere con la punta del piede sul pedale dell’acceleratore. Il ruggito meccanico più dolce che le mie orecchie avessero mai udito.

«Emma!» mi richiamò Daniel agitato.

«Che c’è?» domandai abbassando il finestrino.

«Stammi bene a sentire, ragazzina» disse dall’alto in basso. «Alla prima infrazione stradale non impugnerai più un volante per il resto dei tuoi giorni. Ci siamo capiti? Non guidare come una matta.»

Non lo stavo nemmeno a sentire. In quel momento avrei annuito a qualsiasi cosa.

Se ne accorse e mi strattonò per le spalle. «Non dimenticare che sei una mortale, maledizione!»

Gli indirizzai un sorriso scintillante, purché mi lasciasse partire per una buona volta. «Prometto che riavrai questa bambolina senza un graffio.»

«Ma chi cavolo se ne frega della macchina!» Mi diede un’altra scrollatina, e vidi la sua espressione mutare in disperazione. «Ti prego, Emma. Non scatenarti in modo da rischiare il collo.



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