Costantino Andrea De Luca by Pillole di storia antica (BZN)

Costantino Andrea De Luca by Pillole di storia antica (BZN)

autore:Pillole di storia antica (BZN)
Format: epub


Per quanto riguarda la quantità delle forze in campo e le perdite subite, i numeri forniti in questa pillola non sono certi. Questo perché le tre fonti antiche principali che descrivono la battaglia (Tito Livio, Polibio e Appiano) sono molto discordanti e non ci è dato sapere con precisione quanti uomini fossero coinvolti. Risulta comunque certo che fu una delle disfatte più clamorose dell’intera storia di Roma, nonché uno degli sfoggi di genialità tattica migliori di tutti i tempi. Va detto, per onestà storica, che la mia descrizione è molto sintetica e non considera il fondamentale ruolo giocato dalla cavalleria di Annibale. La decisione del celebre condottiero di non attaccare la capitale, una volta terminata la battaglia, deriva dal fatto che i cartaginesi non disponevano di efficaci macchine d’assedio. La vera potenza dell’esercito punico, secondo Annibale, poteva emergere solo in una battaglia campale. Nella pillola ho identificato Canne come la seconda sconfitta più sanguinosa della storia della Repubblica. La prima fu quella di Arausio, combattuta contro i cimbri e i teutoni.

183

Il 2 agosto del 216 a.C. Annibale Barca, nei pressi di Canne, inflisse ai romani una delle peggiori sconfitte della loro storia. Dalla cruenta carneficina riuscirono a salvarsi solo qualche migliaio di legionari. Questi fuggirono in tempo per rifugiarsi a Roma, ma furono accolti con sdegno e malumore. I sopravvissuti erano infatti la prova stessa dell’umiliante sconfitta: erano uomini che per salvarsi avevano lasciato morire al loro posto decine di migliaia di compagni. Roma ritenne di non aver bisogno di soldati del genere ed esiliò i sopravvissuti in Sicilia, negando loro qualunque possibilità di azione fino al termine della guerra. Per i superstiti delle legioni cannensi iniziarono tempi bui di rammarico e disonore. Tito Livio riporta un messaggio degli esiliati alle autorità di Roma (incarnate dal console Marcello): «Noi, ai quali nulla ci si può rimproverare se non il fatto di non essere morti a Canne, siamo relegati non solo lontano dalla patria, ma anche dal nemico, condannati a invecchiare in esilio, affinché non ci si offra né mezzo né occasione di cancellare l’ignominia, di placare lo sdegno dei cittadini, e neppur di morir da prodi. Noi non chiediamo che finisca l’ignominia, chiediamo le peggiori fatiche e i pericoli, affinché avvenga subito ciò che doveva accadere a Canne, poiché tutto il tempo che abbiamo vissuto in seguito, lo abbiamo vissuto nel disonore».

Ma tali richieste non furono accolte e lo straziante esilio delle legioni maledette continuò ancora per molti lunghi anni. Infine, nel 205 a.C., il giovane console Publio Cornelio Scipione sbarcò in Sicilia alla ricerca di truppe fresche per il suo esercito. Egli si presentò al cospetto dei legionari esiliati offrendo loro la possibilità di riscattare l’onore perduto. Scipione era un condottiero scaltro e senza paura, nonché un profondo conoscitore dell’animo umano. Intuì quindi di poter trasformare degli uomini finiti in valorosi soldati fornendo loro un obiettivo: Annibale, il responsabile delle loro tragedie. I superstiti di Canne accettarono con gioia di seguire il loro nuovo condottiero fino in Africa, a Zama, dove si sarebbero decise le sorti del mondo antico.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.