La saga di Terramare Completa by Ursula K. Le Guin

La saga di Terramare Completa by Ursula K. Le Guin

autore:Ursula K. Le Guin [Guin, Ursula K. Le]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: per superare indenne il lungo, fatto di arcipelaghi e di acque sconfinate, dove apprenderà le parole per sconfiggere creature favolose, guarire i malati, Nel mondo incantato di Terramare, potrà affrontare le forze dell'oscurità che minacciano di sopraffare Terramare e riportare la magia in una terra che ne ha disperato bisogno., avventuroso apprendistato che lo condurrà all'estremo limite del mondo, ai margini dell'Oceano Aperto, piegare gli uomini e la natura al proprio volere. "Sparviere" è il soprannome con cui lo conoscono al villaggio, governare gli elementi, Ged il nome segreto da rivelare solo agli amici fidati. E di amici Ged ne avrà certo bisogno, dove dovrà misurarsi con l'Ombra e con la parte più oscura della propria anima. Solo quando Ged sarà diventato un potente mago, Signore del Draghi, un ragazzo si mette in viaggio verso l'isola di Roke e la sua Scuola di maghi
pubblicato: 2014-03-02T23:00:00+00:00


IL “DELFINO”

Non volle lasciare la bambina, non volle affidarla a nessuno. A bordo della nave erano tutti uomini. Solo dopo lungo tempo, Tenar riuscì a capire che cosa dicevano, che cosa avevano fatto, che cosa stava succedendo. Quando comprese chi era il giovanotto che l’aveva aiutata, quello che in un primo momento le era sembrato suo figlio, le parve che tutto fosse sempre stato chiaro, fin dall’inizio, ma lei non ci aveva pensato. Per un lungo periodo, non era stata in grado di pensare a niente.

Il giovane, che era sceso sulla banchina, ritornò a bordo e si fermò vicino alla passerella a parlare con un uomo dai capelli bianchi, che, a giudicare dal suo aspetto, doveva essere il comandante della nave. Guardò Tenar, seduta sulla tolda, tra la murata della nave e un grosso argano. Dopo la lunga giornata di cammino, la stanchezza aveva sopraffatto la paura di Therru; la bambina si era addormentata stretta a Tenar, con il suo zaino per cuscino e il mantello come coperta.

Tenar si alzò lentamente, e il giovane si avvicinò subito. Lei si aggiustò il vestito e i capelli. «Sono Tenar di Atuan», disse. Il giovane non rispose. Tenar continuò:

«Voi dovete essere il re».

Era molto giovane, più giovane di suo figlio Scintilla. Non doveva avere più di vent’anni. Ma aveva un’espressione che non era affatto giovane, qualcosa negli occhi che le fece pensare: quest’uomo dev’essere passato attraverso il fuoco.

«Mi chiamo Lebannen di Enlad, signora», disse, e fece per inchinarsi, o addirittura per piegare il ginocchio.

«Non a me!» esclamò lei. «Né io a voi!»

Lui rise, sorpreso, e le tenne le mani, sorridendole. «Come sapevate che vi cercavo?

Venivate da me, quando quell’uomo...?»

«No. Stavo fuggendo... da lui... da alcuni malfattori. Volevo tornare a casa, nient’altro.»

«Ad Atuan?»

«Oh, no! Alla mia fattoria. Nella Valle di Mezzo. Passavo per Gont.» Rise: una risata mista a lacrime. Adesso poteva piangere. Lasciò le mani del re per asciugarsi gli occhi.

«Dov’è la Valle di Mezzo?» chiese il re.

«A sudest, dietro quel promontorio. Il porto si chiama Valmouth.»

«Vi portiamo noi», disse il re, lieto di poterle fare un favore.

Lei sorrise, asciugandosi gli occhi, e gli rivolse un cenno d’assenso.

«Un bicchiere di vino. Qualcosa da mangiare, un po’ di riposo», disse il re, «e un letto per la bambina.» Il comandante della nave, che ascoltava con discrezione, diede gli ordini. Il marinaio calvo che Tenar aveva visto per primo (sembrava passata un’eternità) fece per chinarsi su Therru, ma Tenar si mise tra lui e la bambina.

Non voleva permettergli di toccarla. «La porto io», disse Tenar, con voce tesa.

«C’è la scaletta, signora. Ci penso io», ripeté il marinaio, ma Tenar, anche se capiva che voleva soltanto usarle una gentilezza, non poteva lasciare che la toccasse.

«La porto io», disse allora il re, e, dopo aver rivolto un’occhiata a Tenar per chiederle il permesso, si chinò, prese in braccio la bambina addormentata, la portò fino al boccaporto e poi giù lungo la scaletta. Tenar lo seguì.

Il re la posò su una cuccetta, in una piccola cabina, in modo goffo e tenero insieme.



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