Dionea e altre storie fantastiche by Vernon Lee

Dionea e altre storie fantastiche by Vernon Lee

autore:Vernon Lee
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio editore Palermo
pubblicato: 2012-01-25T05:00:00+00:00


Il cassone nuziale

N. 428. Pannello (cinque piedi per due e tre pollici), un tempo parte anteriore di un cassone o di un baule predisposto per contenere gli abiti e i gioielli di una sposa. Soggetto: «Il Trionfo d’Amore»; Scuola: Umbra del Quindicesimo Secolo. Nell’angolo destro un’iscrizione appena leggibile: «Desider... de Civitate Lac... me... ecit».

La pregevole pittura è sfortunatamente molto danneggiata per l’umidità e per le sostanze corrosive, probabilmente anche per aver contenuto un tesoro sepolto. Fu lasciata in eredità nel 1878 dalla vedova del Reverendo Lawson Stone, ultimo membro del Trinity College di Cambridge.

Era il giorno dell’Ascensione quando Desiderio da Castiglione del Lago finì di dipingere il pannello frontale del cassone nuziale commissionato da Messer Troilo Baglioni a Ser Piero Bontempi, la cui bottega stava all’inizio della scalinata di San Massenzio, in quella parte dell’antica città di Perugia (chiamata dai romani Augusta in segno di perenne ricordo della sua grande gloria) che prende il nome dalla Porta Eburnea costruita da Teodorico, re dei Goti. Il già menzionato Desiderio aveva rappresentato sul pannello il «Trionfo d’Amore» declamato da Messer Francesco Petrarca di Arezzo nel suo poema, unico tra i poeti recenti – ad eccezione di Dante che ebbe la visione dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, – ad essere paragonato a dottissimi personaggi quali Virgilio, Ovidio da Sulmona e Stazio.

Nel dipingere una tale pregevole opera, il già ricordato Desiderio aveva così predisposto il suo lavoro: il pannello era stato suddiviso in quattro parti o aree, ognuna delle quali rappresentava le quattro fasi della passione amorosa. La prima scena ritraeva una rigogliosa campagna attraversata da ruscelli dal corso impetuoso e abbondante, gorgoglianti di gaiezza, le cui sponde erano ornate da cespugli di rose odorose, rosa e azzurre che spuntavano tra gli olmi, i pioppi e altri straordinari alberi carichi di frutta. Nella seconda invece appariva un vasto paesaggio di montagna ricco di nobili castelli e boschi di querce e pini dove lo svago della caccia si esprimeva con sapiente virtuosismo; questa parte del pannello era dedicata all’amore glorioso, pertanto l’artista l’aveva bordata con fasci d’alloro. La terza fascia – aspera ac dura regio – era priva di ogni specie di flora e di alberi centenari, dalla nuda terra si levavano enormi rovi e spinosi cardi; e lì, posato su una roccia, risaltava per il candore un pellicano che, senza nessuna pietà per se stesso, si lacerava le viscere per nutrire i propri figli, personificazione simbolica della crudeltà dell’amore verso i veri amanti. La quarta immagine, infine, ricreava un bosco di malinconici cipressi popolato di corvi, civette e altri uccelli notturni dallo sguardo nefasto appollaiati sui rami, e simboleggiava la caducità dell’amore terreno. Ogni riquadro del pannello era decorato da una corona di mirto disegnata con maestria, divisa nel mezzo per riunirsi con virtuosismo sottile alla cornice dorata, lussureggiante di foglie di mirto intagliate con ricercata perizia dalle abili mani di Ser Piero. Al centro dell’intera tavola istoriata, fedele alla descrizione del poeta, Desiderio aveva



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