DON CHISCHOTTE by Miguel de Cervantes

DON CHISCHOTTE by Miguel de Cervantes

autore:Miguel de Cervantes [Cervantes, Miguel de]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: italiano, no cover, archivio italiano
pubblicato: 2012-02-07T11:19:17+00:00


CAPITOLO IV

VENGONO SCIOLTI DA SANCIO PANCIA I DUBBII PROMOSSI DAL BACCELLIERE SANSONE CARRASCO E RESTANO SODDISFATTE LE SUE DOMANDE; CON LA GIUNTA Dl ALTRI SUCCESSI DEGNI DI ESSERE SAPUTI E RACCONTATI.

Sancio tornò a casa di don Chisciotte; e ripigliando l'interrotto discorso, si fece a dire:

— Quanto a quello che il signor Sansone disse che si desiderava di sapere da chi o come o quando siami stato rubato il giumento, rispondo: La stessa notte in cui scappando dalla Giustizia siamo entrati in Sierra Morena, dopo la sventurata avventura dei galeotti e l'altra del morto ch'era portato a Segovia, il mio padrone ed io ci siamo internati tra certe macchie, dove egli appoggiato alla sua lancia ed io sopra il mio leardo, stanchi e pesti in conseguenza delle passate scaramuccie, cominciammo a riposarci come se fossimo coricati su quattro sprimacciati guanciali. Io dormii sì profondamente che non so chi sia stato colui che a suo grand'agio mettendo quattro puntelli ai quattro angoli della bardella, mi lasciò là cavalcioni, e mi trasse di sotto il leardo senza che io abbia potuto accorgermene.

— Non vi è difficoltà in questo, né questa è novità, disse don Chisciotte, mentre lo stesso intervenne a Sacripante allorché trovandosi all'assedio di Albracca gli fu, mediante la stessa invenzione, cavato di sotto le gambe il cavallo dal famoso ladro Brunello

— Comparve il giorno, soggiunse Sancio, e nel destarmi non ebbi appena data intenzione di muovermi, che spostati i puntelli, diedi uno stramazzone in terra: guardai dell'asino e più non lo vidi. Piansi allora dirottamente, e feci un lamento sì lungo che manca una bella cosa all'opera se l'autore lo ha ommesso. A capo di alcuni giorni poi, trovandomi colla signora principessa Micomicona, io riconobbi il mio asino ch'era cavalcato da Gines di Passamonte in abito di zingaro; quell'imbroglione e quel gran furbo a cui dal mio padrone e da me erano state tolte le catene dai piedi e dalle mani.

— L'errore non consiste in questo, replicò Sansone; ma in ciò, che prima che fosse trovato da Sancio il giumento, dice l'autore che Sancio, cavalcava il leardo medesimo.

— A questo poi altro non so rispondere, disse Sancio se non che o lo storico è caduto in errore, o è stata trascuratezza dello stampatore.

— Così debb'essere indubitamente, disse Sansone; ma come furono impiegati i cento scudi?

— Sono sfumati, rispose Sancio, ed io li ho consumati a benefizio mio, di mia moglie e dei miei figliuoli: e questi scudi sono stati la cagione che mia moglie sopportò pazientemente i viaggi e le corse da me fatte servendo al signor don Chisciotte: ché se dopo sì lungo tempo fossi tornato a casa colle mani vôte e senza asino, la mala ventura mi avrebbe colto: e se c'è chi voglia altro sapere dei fatti miei, eccomi qua pronto a rispondere anche al re in persona: né serve che alcuno si dia la frega di mettere la sua pezzuola per sapere se abbia io portato, o non abbia portato, se abbia speso o non speso, ché



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.