Economia politica e morale pubblica by Marcello Carmagnani

Economia politica e morale pubblica by Marcello Carmagnani

autore:Marcello, Carmagnani [Carmagnani, Marcello]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Percorsi
ISBN: 9788815320520
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2014-10-14T22:00:00+00:00


3. Commercio, prezzi, moneta e mercati

Verri attribuisce un’enorme importanza all’intermediazione mercantile e quindi alla circolazione delle merci, della moneta e dei prezzi, che considera i principali vettori della nuova economia che si va affermando nel corso del Settecento. Venturi sottolinea che già nel suo primo scritto elaborato a Vienna, «prima che avessi letto gli autori che ne trattano», Verri attribuiva al commercio un ruolo decisivo[155]. L’importanza dell’intermediazione mercantile è confermata nelle sue note su Hume e nelle Meditazioni mie sul commercio, che risalgono al 1760. Da questi scritti ricaviamo che le due principali fonti delle sue idee del commercio e dell’attività mercantile sono, da una parte, il pensiero scozzese e l’influsso esercitato da Henry Lloyd durante il suo soggiorno a Vienna e a Milano, e dall’altra la scuola commerciale francese, in particolare Cantillon, Forbonnais, ma anche Melon, Dutot, Cary e Genovesi. Non va però dimenticato che lo studio di questi autori lo porta a rafforzare le sue intuizioni originali riguardanti gli scambi e il mercato.

Il commercio e la società commerciale sono, a suo avviso, incomprensibili se non si concede la dovuta importanza ai bisogni che esprimono le «società di uomini», bisogni che sono profondamente diversi tra le «società selvagge», che «non hanno commercio fra esse», e le società «colte», nelle quali «più s’accresce il numero delle idee e dei bisogni presso gli uomini», rendendo così possibile «introdurre il commercio fra nazione e nazione»[156].

Il passaggio alla società commerciale comporta degli ostacoli, derivanti dalla natura dell’uomo favorevole ad aumentare «l’amore di se stesso», che pur essendo uno dei principi fondamentali della felicità umana, spinge il commerciante ad arricchire «se stesso impoverendo lo stato» ed è quindi «necessario che il sentimento del commercio sia ben diretto» da opportune regolazioni giuridiche[157]. Questa tensione tra il commercio e lo stato è all’origine del commercio poiché la società per superare il bisogno e raggiungere l’abbondanza spingerà «l’uomo talvolta alla rapina, talvolta al commercio». Il risultato è che il bisogno favorirà la ricerca delle merci mentre l’abbondanza e la scarsità delle merci stimoleranno lo scambio dei beni. Di conseguenza, «a misura che i bisogni crescono, cresce lo stimolo di aumentare le merci atte a cedersi in contraccambio»[158].

Il bisogno e l’abbondanza hanno la capacità di modulare, di conformare, le diverse forme che può assumere il commercio. Il bisogno quando è assoluto è «quello che ci porta a evitare il proprio deperimento» e quindi si cercheranno «le cose necessarie» mentre «il bisogno artefatto [il lusso] e di opinioni [la moda]» spingerà invece a ricercare le merci «utili». Lo stesso avviene nelle fasi di abbondanza, che presenta, come il bisogno, una duplicità, poiché l’abbondanza assoluta s’identifica con «la superfluità», mentre quella relativa avviene quando si sacrifica il minor bisogno a uno maggiore o superiore[159].

Sebbene il bisogno e l’abbondanza «formino il prezzo», esso è condizionato dal fatto che il commercio «non è altro che un trasporto delle mercanzie da un luogo a luogo» che si «misura dall’utile che v’è nel farlo», calcolato a partire dalla «diversità del prezzo che ha la merce»[160].



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