Eric by Terry Pratchett

Eric by Terry Pratchett

autore:Terry Pratchett
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Salani
pubblicato: 2006-02-17T23:00:00+00:00


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Alcuni parlano di Alessandro e altri di Ercole, di Ettore e di Lisandro o di nomi altrettanto importanti. In effetti, per tutta la storia del multiverso, le persone hanno sempre detto cose carine su quelli con le orecchie a sventola che brandivano una spada, quanto meno nelle loro vicinanze, dando per scontato che fosse molto più sicuro. È buffo che la gente rispetti sempre il comandante che se ne esce con strategie come: «Voglio che cinquantamila di voi ragazzotti saltiate addosso al nemico», mentre i comandanti più riflessivi che dicono cose come: «Perché non costruiamo un male detto cavallo di legno gigante e poi, mentre tutti stanno attorno a quell'affare ad aspettare che usciamo fuori di li, non facciamo un salto alla porta sul retro?» vengono considerati soltanto un gradino al di sopra dei comuni buzzurri e persone cui non si presterebbero mai i propri soldi.

Questo avviene perché la maggior parte dei comandanti del primo tipo sono uomini arditi mentre gli strateghi migliori sono i codardi.

Scuotivento venne trascinato davanti ai capi degli efebiani che avevano allestito una postazione di comando nella piazza principale, in modo da supervisionare l'assalto alla cittadella che incombeva sulla città dall'alto di una ripidissima collina. Si trovavano comunque a distanza di sicurezza dalle pietre che i difensori stavano scagliando giù.

Quando Scuotivento arrivò, stavano discutendo di strategia. Tutti sembravano d'accordo sul fatto che, se avessero mandato moltissimi uomini all'attacco, ne sarebbero sopravvissuti alle rocce abbastanza da riuscire a prendere la cittadella. Si trattava, essenzialmente, della base di ogni tattica militare.

Alcuni capi con gli abiti più appariscenti sollevarono lo sguardo all'avvicinarsi di Scuotivento ed Eric, quindi li fissarono con l'aria di chi pensa che i vermi sono più interessanti e si voltarono di nuovo. L'unico che sembrò contento di vederli...

... non pareva affatto un soldato. Aveva l'armatura, arrugginita, e aveva l'elmetto, la cui piuma pareva essere stata usata come pennello, ma era ossuto e aveva il portamento militare di una donnola. Il suo volto aveva tuttavia qualcosa di familiare. Scuotivento lo trovava piuttosto bello.

"Contento di vederli' era solo una descrizione comparativa. Fu in effetti l'unico ad accorgersi della loro presenza.

Era comodamente seduto su una sedia e stava nutrendo il Bagaglio a panini.

«Oh, salve» disse. «Siete voi».

È impressionante quante informazioni possano essere stipate in un paio di parole. Per ottenere lo stesso effetto l'uomo avrebbe potuto dire: è stata una lunga nottata, ho dovuto organizzare tutto dalla costruzione del cavallo di legno ai turni per la lavanderia, questi idioti sono utili quanto un martello di gomma, non volevo comunque essere qui e, come se non bastasse, ci siete anche voi. Salve.

Indicò il Bagaglio, che aprì il coperchio carico di aspettative.

«È tuo?» domandò a Scuotivento.

«Più o meno» rispose il mago con circospezione. «Non mi posso permettere di rifondere i danni che ha provocato, capito?»

«È un buffo aggeggio, no?» disse il soldato. «L'abbiamo trovato che stava bloccando cinquanta tsortiani in un angolo. Secondo te perché mai lo stava facendo?»

Scuotivento rifletté in fretta. «Ha un'incredibile capacità di capire quando gli altri hanno intenzione di farmi del male» rispose.



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