Fearless by Cornelia Funke

Fearless by Cornelia Funke

autore:Cornelia Funke
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
ISBN: 9788804632108
editore: mondadori
pubblicato: 2013-09-14T22:00:00+00:00


28

SPINE E ZANNE

Il fiato del lupo puzzava della carne marcia che gli si era incastrata fra le zanne, e i suoi occhi erano giallo oro, sfavillanti quasi quanto quelli del Goyl. Jacob aveva già sentito parlare dei lupi di quella zona. Correva voce che andassero a stanare le prede persino dai letti e dai salotti. Comunque fosse, la situazione era disperata, lo sapeva bene. Forse morire annegato, dopotutto, non sarebbe stata una fine così terribile al confronto.

Lo avevano circondato in cinque. Tentò di liberare una mano per sfilare il pugnale, ma gli strangoli gli infilzarono gli aculei nella carne, e il dolore gli strappò un grido soffocato.

Urla, Jacob, perché no? Magari Volpe ti sente. No. Probabilmente era già a Gargantua ad attenderlo. Che cosa avrebbe fatto non vedendolo arrivare? Lo avrebbe cercato, certo, come aveva detto il Goyl, ma non per una vita. La volpe avrebbe scoperto in men che non si dica ciò che gli era accaduto. Era quasi un pensiero consolante.

Una delle fiere gli passò la lingua sulla faccia, quasi a volersi prendere un assaggio. Jacob cercò di liberare almeno una gamba per sferrarle un calcio, ma le spine gli si conficcarono ancora più profondamente nella carne. Dannazione, Jacob, fatti venire in mente qualcosa!

Il branco si fermò.

Il lupo più grande si leccò le fauci.

Il preludio stava per finire.

Jacob scartò di lato. Udì le zanne sbattere a vuoto. Un altro lupo finì per mordere i rovi, ma non l’avrebbero protetto a lungo. Jacob cercò disperatamente di richiamare alla memoria tutto ciò che sapeva sugli strangoli. Ne aveva fatto uso per fermare i suoi inseguitori, ma mai per catturarli. Arrivò un altro morso nelle spine, a un pelo dal suo costato. Un’altra belva tirava con i denti gli arbusti che gli avviluppavano le gambe.

Gli strangoli, Jacob! Hai dimenticato di che cosa sono più avidi?

Si rotolò di nuovo su un fianco, anche se faceva un male atroce, schivando l’ennesimo attacco, e continuò a contorcersi per terra. I lupi mollarono la presa ringhiando furiosi mentre le spine gli squarciavano la pelle.

Sangue. Non c’era niente che piacesse di più agli strangoli. Ma naturalmente in questo modo scatenò ancora di più la frenesia dei lupi. Il morso successivo arrivò così deciso da trovare la carne. Quando sentì le zanne penetrargli nel fianco, Jacob cacciò un urlo, ma anche i rovi assaporarono il sangue e cominciarono a crescere.

Nuovi germogli schizzarono all’improvviso contro i lupi, indurendosi a mano a mano che crescevano. Le spine si piantavano nel loro pelo, mentre avvolgevano Jacob in un bozzolo sempre più fitto. Lui riusciva a stento a respirare, e i vestiti gli si appiccicavano addosso lordi di sangue, però intanto i lupi non riuscivano più ad azzannarlo. Guaivano furenti, sbattendo le zanne a più non posso nell’intrico spinoso, sebbene anch’essi ne venissero ingoiati. Jacob rantolava; le sue dita sfiorarono il manico del coltello, ma non riusciva a muovere abbastanza le mani per afferrarlo.

Il capobranco si immobilizzò per un attimo. Ansimava per la brama di carne resa così appetibile dal sangue e dal sudore della paura.



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