Guerre, debiti e democrazia: Breve storia da Bismarck a oggi (Italian Edition) by Sergio Romano

Guerre, debiti e democrazia: Breve storia da Bismarck a oggi (Italian Edition) by Sergio Romano

autore:Sergio Romano [Romano, Sergio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Business & Money, Economics, Economic History, Economic Policy & Development, History, Europe, Politics & Social Sciences, Politics & Government, Public Affairs & Policy, Economic Policy, Two hours or more (65-100 pages), Foreign Languages, Italian, Business & Economics, Politics, i Robinson / Letture
ISBN: 91d06522b5fb589a93a69ca333cd6acf23f6b200
Amazon: B01N5ID2UG
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2017-01-11T23:00:00+00:00


21. Grecia e Germania

L’occupazione tedesca fu particolarmente dura, anche sul piano finanziario. Nel 1942 la Banca centrale greca dovette prestare alla Germania la somma di 476 milioni di marchi del Reich. Vi fu un accordo nel 1960 con cui la Germania pagò per i suoi crimini di guerra 115 milioni di nuovi marchi. Ma il ministro delle Finanze del governo Tsipras annunciò nell’aprile del 2015 che la Ragioneria generale greca aveva calcolato “con esattezza” quanto dovuto per la riparazione dei danni provocati dall’occupazione tedesca: 279 miliardi di euro, una somma in cui era compreso il prestito forzoso del 1942. La Germania rispose che i conti con la Grecia erano stati saldati con l’accordo del 1960 e che l’intera partita aperta dalla guerra del 1939 era stata chiusa con il Trattato “Due più quattro” che le due Germanie avevano firmato a Mosca nel settembre del 1990, prima della loro unificazione, con Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica. Se avesse accolto le richieste greche, la Germania avrebbe creato un precedente che altri Stati, probabilmente, avrebbero cercato di utilizzare. Più politica, invece, fu la tesi di Tsipras secondo cui al debito greco sarebbe giusto applicare il trattamento riservato alla Repubblica federale con l’accordo di Londra del 1953, quando l’intera somma dovuta dalla Germania, fra cui ciò che restava delle riparazioni decise dal Trattato di Versailles, fu dimezzata. La richiesta, apparentemente, non era irragionevole. Tutti sanno che la Grecia non sarà mai in grado di pagare tutti i suoi debiti, e la parola “ristrutturazione” circola ormai, da qualche tempo, sempre più frequentemente. Ma il confronto proposto da Tsipras era improprio. Nel 1953, in una fase ancora molto calda della Guerra fredda, la Germania era indispensabile al fronte occidentale e aveva avviato un coraggioso processo di ricostruzione economica garantito da un ottimo ministro dell’Economia, Ludwig Erhard. Valeva allora per la Germania un principio che è sempre fondamentale per la remissione di un debito: occorre che il Paese debitore dimostri di essere diverso da quello che aveva contratto il debito.

È difficile applicare questa regola alla Grecia. Vi erano state nuove elezioni ed era stato formato un nuovo governo, presieduto da Alexis Tsipras, leader di Syriza, un partito della sinistra radicale. Ma per dimostrare di essere diverso il capo del governo greco avrebbe dovuto evitare due errori. Non avrebbe dovuto attribuire alla Germania moderna, in primo luogo, le colpe e le responsabilità del Terzo Reich. L’Unione europea è una fase interamente nuova della storia europea, una fase in cui i suoi membri hanno azzerato i conti del passato. La Germania non ha torto quando ricorda i sussidi di cui la Grecia ha largamente beneficiato dal giorno del suo ingresso nella Comunità europea. In secondo luogo Tsipras, dall’inizio del suo governo, ha usato e incoraggiato gli argomenti e le tattiche del populismo europeo, vale a dire del maggiore nemico dell’Unione.

Ma non vi è dubbio che accanto al problema greco esista oggi nell’Unione anche un problema tedesco. La Germania sembra continuamente esitare fra linee politiche diverse. Dopo



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