Ho un castello nel cuore by Dodie Smith

autore:Dodie Smith
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2017-10-09T16:00:00+00:00

3. IL LIBRO DA DUE GHINEE

DA GIUGNO A OTTOBRE

CAPITOLO XI

Sono seduta sulle rovine al di là della cucina, dove mi ero seduta con Neil tre settimane fa meno un giorno, dopo aver nuotato nel fossato. Com’è diverso ora, al sole caldo! Le api ronzano, una colomba tuba, il fossato è pieno di cielo. Heloïse è appena scesa a bere e un cigno le rivolge uno sguardo di puro di­sprezzo. Abelard è sparito nel grano alto e verde qualche minuto fa, come un leone che entra nella giungla.

È la prima volta che uso il bel libro che mi ha regalato Simon, e la stilografica che mi ha portato ieri. Una penna scarlatta e un libro rilegato in pelle azzurro e oro: che cosa può esistere di più ispiratore? Ma mi sembrava di andar meglio con un mozzicone di matita e il grasso quaderno da uno scellino di Stephen… Continuo a chiudere gli occhi e crogiolarmi. O meglio, il mio corpo si crogiola; la mente è irrequieta. Vado indietro e avanti, ricatturo il passato, m’interrogo sul futuro. E, cosa assolutamente irragionevole, mi ricordo quanto spesso siamo stati al freddo, affamati, a stento vestiti, e poi conto le benedizioni che sono scese su di noi; ma continua a piacermi di più il passato. Questo è ridicolo. Ed è ridicolo che io debba avere questa sensazione tetra, pesante, non proprio infelice ma… be’, una sensazione nulla, quando dovrei essere stordita di felicità. Forse se mi costringo a scrivere scoprirò che cosa c’è che non va in me.

È passata solo una settimana da quando Rose e Topaz sono andate a Londra. Mrs. Cotton ha invitato anche me – sono ospiti nel suo appartamento di Park Lane – ma qualcuno doveva star qui a badare a papà e Thomas e Stephen; e poi, se avessi accettato avrebbe pensato di dover comprare dei vestiti anche per me, oltre a regalare il guardaroba a Rose. È meravigliosamente generosa, e meravigliosamente piena di tatto. Invece di insistere nel darci del denaro per vivere, ha insistito per comprare il cappotto foderato di castoro per duecento sterline. Quanto al guardaroba, ha detto a Rose: «Mia cara, ho sempre desiderato una figlia da vestire: permettimi di avere una parte nella tua felicità.»

Mi ha sorpreso che Topaz abbia acconsentito ad andare a Londra, ma la sera prima della partenza abbiamo avuto una conversazione illuminante. Io sono salita dalla cucina con delle cose che avevo stirato per lei e l’ho trovata seduta sul suo letto vicino a una valigia mezza piena, che fissava il vuoto.

«Non vado» ha detto, la voce baritonale di tragedia.

«Santo cielo, perché no?» le ho chiesto.

«Perché le mie ragioni sono tutte sbagliate. Mi sto ripetendo che farebbe bene a Mortmain stare qui senza di me per un po’, e che dovrei vedere alcuni miei amici… rinnovare i miei interessi artistici, rendermi più interessante. Ma la vera verità è che voglio tenere d’occhio quella donna ed essere sicura che non lo veda quando lui viene a Londra. E questo è disprezzabile. Naturalmente non vado.

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