I nostri bei vestiti nuovi by Ingo Schulze

I nostri bei vestiti nuovi by Ingo Schulze

autore:Ingo Schulze [Schulze, Ingo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2014-10-15T22:00:00+00:00


Avevamo lasciato la fiaba nel momento in cui in città le speciali qualità dei vestiti nuovi sono già note a tutti. Dal punto di vista degli impostori, dunque, è filata liscia. La loro versione ha conquistato la sovranità interpretativa. Ci si può ancora aspettare da qualcuno, foss’anche il miglior uomo dell’intero stato, che si ponga lui da solo contro l’opinione pubblica? Che si esponga al sospetto di non essere all’altezza della propria carica, di essere imperdonabilmente stupido?

Si può. Si deve, perfino! Ma nulla parla a favore di questa ipotesi. Il fatto è che anche il vecchio bravo ministro è già convinto della parola degli impostori. Ne ha interiorizzato la prospettiva, come evidentemente hanno fatto tutti gli altri. Crede alle parole dei due forestieri più di quanto non si fidi dei propri occhi. Tutta l’esperienza di una vita non può nulla contro le nuove promesse. Il ministro spalanca gli occhi, non vede nulla, ma si domina quanto basta per piegarsi al nuovo spirito e riconoscere i vestiti nuovi. Addirittura “ascolta attentamente”, così da poter illustrare all’imperatore i colori e le particolarità del disegno. Messo in difficoltà, egli conferisce sostanza all’illusione. Per primo ne testimonia la presunta verità. Per chi verrà dopo di lui sarà ancora più difficile fidarsi dei propri sensi.

Così accade ciò che deve accadere: viene mandato un altro onesto funzionario. “Guardò con attenzione, ma non c’era nulla da vedere se non telai vuoti, e difatti non vide nulla”. Egli non dubita della propria intelligenza, ma di essere all’altezza dell’incarico che gli è stato conferito. Però non vuole perderlo. Così anche lui alla fine elogia i vestiti dell’imperatore: “Sì, è proprio magnifica”. E poi leggiamo di nuovo: “Tutti in città parlavano di quella magnifica stoffa”.

Per terzo si presenta l’imperatore in persona. Ma a questo punto i “furbi truffatori” non hanno più bisogno di proseguire con l’inganno. Possono ritirarsi e continuare zelanti a lavorare, perché ormai i due “bravi funzionari”, come li chiama Andersen, i politici esperti e affidabili, hanno preso in consegna il business dei due furfanti. “Non è magnifica?” dicono i due, per poi illustrare all’imperatore le sue nuove vesti.

L’imperatore – chi se ne stupisce ormai – non dubita di loro, ma di se stesso. Troppo tardi a questo punto, non può più sbarazzarsi degli spiriti che ha evocato. Quello che l’imperatore aveva voluto procurarsi come un sapere sovrano ed esclusivo, appunto il saper riconoscere chi è all’altezza del proprio incarico e chi no, è diventato una verità universalmente accettata in base alla quale anch’egli è giudicato. Invece di guadagnare sovranità, la perde. Adesso anche lui deve piegarsi a questi criteri. E li accetta. Li accetta per convinzione. Per questo non gli viene neppure in mente di scorgere nella narrazione dei due forestieri uno strumento che genera opportunismo, autorinnegamento e interdizione. Preferisce non credere ai propri occhi e se la cava come può. Del resto vuole rimanere imperatore. E così i vestiti inesistenti trovano anche la sua “piena approvazione”! La corte è in sollucchero.

Andersen descrive il modo in cui



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