Identita perdute by Crouch Colin

Identita perdute by Crouch Colin

autore:Crouch, Colin [Crouch, Colin]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


3.2. Il ritorno dei conflitti del XVIII secolo

Per capire cosa sta accadendo, dobbiamo tornare al XVIII secolo e al conflitto non tra imperi e nazioni ma tra l’ancien régime e l’Illuminismo (Aufklärung), uno scontro che ha avuto un rapporto complesso con il primo conflitto appena citato. Detto in poche parole, l’Illuminismo, rappresentato in particolare da Immanuel Kant, sosteneva la crescita del razionalismo e dell’universalismo, il quale ultimo implicava una forma di uguaglianza tra le persone, anche se concepita originariamente in maniera ristretta e diversificata. A lungo andare il razionalismo comportò anche una volontà di cambiamento e innovazione, una rivalutazione degli obiettivi e degli strumenti per raggiungerli – una mentalità che trovò la sua espressione più pura nella scienza dell’economia classica. L’ancien régime, il conservatorismo, rappresentava invece la tradizione, la stabilità, una fede religiosa incontestata, una rinuncia generale a mettere in discussione gerarchie e disuguaglianze consacrate dal tempo. Dal punto di vista conservatore, i valori dell’Illuminismo erano freddi, dirompenti e inquietanti, accessibili solo alle persone istruite; quelli dell’ancien régime, al contrario, erano accessibili attraverso la famiglia e la permanenza nel tempo. Come sosteneva il filosofo conservatore inglese del XX secolo Michael Oakeshott, il conservatore non dice, col Faust di Goethe, «Verweile doch, du bist so schön» («Sei così bello, fermati!»), ma «Fermati, il tuo aspetto mi è così familiare»32. I liberali e i socialdemocratici che si meravigliano della disponibilità, nel corso dei decenni, di milioni di persone relativamente povere a votare partiti che intendono mantenere un ordine sociale che li tiene in povertà, devono guardare al conservatorismo dalla prospettiva di Oakeshott: i poveri spesso bramano stabilità e familiarità. E probabilmente guardano al cambiamento come a una minaccia per quel poco che hanno.

Questa prospettiva ci aiuta anche a spiegare l’attuale enigma per cui molti dei leader dei nuovi movimenti conservatori, in particolare Donald Trump, sostengono di parlare a nome degli emarginati e degli oppressi, e si fanno vanto allo stesso tempo della propria ricchezza, proponendo politiche economiche che favoriscono ancora di più i ricchi. Il conservatorismo non offre sicurezza attraverso la ridistribuzione della ricchezza ma mediante l’affermazione di valori tradizionali, vecchie certezze e la gestione del potere da parte di governanti ammirati. L’aggettivo «liberale» è sempre collegato a quelle élites che i conservatori criticano; essi non hanno obiezioni nei confronti delle élites in generale. E il principale reato commesso contro i valori conservatori dalle élites liberali è il sostegno offerto alle varie minoranze etniche, sessuali e culturali, mettendo in subbuglio un mondo precedente, in apparenza più rassicurante.

Come abbiamo osservato, il nazionalismo era in un primo momento parte delle lotte per la liberazione dal dominio autocratico, e fintanto che l’autocrazia basava la sua autorità sulla santità della tradizione e persino sul diritto divino, le critiche nazionaliste si univano al razionalismo dell’Illuminismo. Ma la logica del razionalismo era universalista; la Rivoluzione francese proclamava les droits de l’homme, e non... des français. Ciò fu rapidamente razionalizzato (o tradito) dalla formula napoleonica per cui la nazione francese era la detentrice di questo universalismo e l’avrebbe condotto alle altre nazioni attraverso la conquista militare.



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