Il cammino del lupo by Michelle Paver

Il cammino del lupo by Michelle Paver

autore:Michelle Paver
La lingua: ita
Format: azw3, epub
pubblicato: 2016-10-05T04:00:00+00:00


Mentre Durrain li riconduceva all'accampamento, Torak rimase indietro, e Renn si ritrovò a camminare di fianco a lui. – Stai bene? – gli chiese.

– Sì.

Gli toccò la mano. – Lo so che speravi di ricevere di più, da loro.

Lui alzò le spalle. – Penso che sbaglino, a proposito del non combattere.

– Anch'io.

– Come si fa a non combattere i Divoratori di Anime? Se nessuno si fosse opposto al loro potere, si sarebbero impadroniti della Foresta.

– Anche se – aggiunse Renn, imitando il modo altero di parlare di Durrain – chi siamo, noi, per mettere in discussione le abitudini dei Cervi Rossi?

Torak sorrise. – Specialmente tu, Corvo ignorante che non sei altro.

Renn gli assestò una gomitata in mezzo alle costole e lui si lasciò sfuggire uno strillo, guadagnandosi un'occhiata di disapprovazione da parte di Durrain.

Mentre si avvicinavano all'accampamento, aggiunse a bassa voce: – Però una cosa importante ce l'hanno detta.

Renn annuì. – Dobbiamo trovare il bosco sacro.

Stava scendendo la sera, e la maggior parte dei Cervi Rossi si era ritirata nel rifugio. Durrain li stava aspettando. – Pregheremo fino all'alba – annunciò. – E voi pregherete con noi.

Renn si sforzò di assumere un'aria sottomessa e Torak si inchinò, malgrado non avesse nessuna intenzione di pregare. Non voleva perdere altro tempo.

Una donna emerse da una pista poco lontana, vide Durrain e rimase un po' incerta sul da farsi come se si stesi se chiedendo dove nascondersi.

Durrain sospirò. – Dove sei stata?

– Ho… ho portato… un'offerta ai cavalli – balbettò la donna.

– Avresti dovuto dirmelo, prima.

– Certo, stregona – rispose lei con aria sottomessa.

Torak incrociò lo sguardo di Renn. I cavalli.

Per dargli l'opportunità di avvicinare la donna, Renn chiese a Durrain di spiegarle come facevano i Cervi Rossi a entrare in trance. La stregona la invito nel rifugio, non prima di averle scoccato un'altra delle sue occhiatacce di disapprovazione.

– Faremmo meglio a entrare – disse la sconosciuta a Torak, in tono lamentoso. Aveva una pelle che gli fece venire in mente la carne di renna essiccata, e continuava ad ammiccare come se dovesse scansare un qualche colpo. La benda di corteccia sulla testa era sudicia e avrebbe avuto bisogno di essere rattoppata.

Per metterla a suo agio, Torak le chiese per chi stesse portando il lutto.

– Mi… mio figlio. Ma è meglio che entriamo – ripeté lei.

– E porti offerte ai cavalli? Nella loro valle?

– Al Fiume del Vento, sì. – La donna indicò qualcosa alle sue spalle, poi si coprì la bocca con la mano. – Ho detto che dovremmo entrare!

Fremente di eccitazione, Torak lasciò ascia e arco in un punto in cui avrebbe potuto ritrovarli e la seguì all'interno. Era stato quasi sin troppo facile.

Dentro c'era una luce fioca. Dai pali incrociati pendevano fibre di ortica appese a seccare, che gli carezzarono il viso come lunghi capelli verdi. Gli uomini erano seduti dalla parte opposta rispetto alle donne, con Durrain nel mezzo, che teneva in grembo dei sonagli di zoccoli di cervo. Non c'era fuoco. L'unica fonte di calore era data dal tepore umido del loro respiro.



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