Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo (Italian Edition) by Silvana De Mari

Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo (Italian Edition) by Silvana De Mari

autore:Silvana De Mari [Mari, Silvana De]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B00DYSHHVU
editore: Lindau
pubblicato: 2013-07-16T00:00:00+00:00


Io sono Maria Croce e tengo nel nome il segno del Nazareno e quello di sua madre, e non mi dispiace, ché loro erano brave persone e mai fecero male ad alcuno.

Io sono Maria Croce e sono nata da uno speziale e da una serva e mio padre si è dilettato ad ammaestrarmi alle scienze e al latino, svagando così i suoi ultimi anni. Roba non me ne lasciò, ché i figli delle serve non sono parenti. Ma per le scienze e le lettere gli porto gratitudine, ché una puttana che sa il latino piace assai ed è assai pagata, e io di questo ho campato, di questo e di qualche ruberia, e non è stata una brutta vita. Poi un amante nobile e coglione mi rovinò, ché lui aveva avuto tutto e io niente, e io gli presi qualcosa per le mie creature e lui si indignò e mi fece castigare. E così ho avuto la gogna, la Fossa delle Ree Pentite, le cosce aperte alla gendarmeria. È così che è stato che i miei bimbi sono andati a ingrassare la terra della pietà.

E allora io cominciai a cercare il Maligno, per chiedere a lui giustizia e pietà, visto che Domineddio non me ne dava, lo cercai e non lo trovai, ché il Maligno non ci sta, come non ci sta Domineddio.

Il Maligno non ci sta e solo gli scimuniti credono a lui, gli scimuniti e voi, preti stolti, grandi inquisitori, ché la prova che Dio non c’è è che non vi ha ancora fulminato. E la prova che Dio non c’è è che, se c’era, non faceva morire i miei bambini. E il cielo altro non è che buio e vuoto.

Questa la dichiarazione della rea, trascritta in lingua comprensibile dal settecentesco Isacco il Tondo. Il resto della sua vita, della sua morte, dei suoi pensieri era stato dagli inquisitori puntigliosamente ricostruito data l’originalità del caso. L’avevano ricostruito attraverso i ricordi altrui: correi e testimoni. Tutti erano stati ascoltati: amanti fratellastri, i gendarmi della Fossa delle Ree Pentite, le pie donne del Rifugio della Pietà, gli straccioni stregoni della Rocca Spaccata. Anche la levatrice che l’aveva curata era stata interrogata. Tutto si era saputo, tutto era rimasto scritto: anche del suo aborto e dello scolo verdastro che ne era venuto.

Con puntiglio ancora maggiore Isacco il Tondo aveva ricostruito da quei chili di scartoffie muffite tutta la vicenda, che per lui era la storia emblematica di una martire laica, morta nell’inutile e magnifico tentativo di salvare qualche vita dalla distruzione. Ché questo era stato il Sant’Uffizio: distruzione della persona, del pensiero, delle ossa, delle unghie, della dignità, degli affetti. E il peggio di tutto era il tradimento, ché nel delirio del dolore tutti accusavano tutti, le madri accusavano le figlie: anche bambine di dieci anni erano state bruciate.

Distruzione di povere donne, di eretici e di giudei, che, povera gente, pure loro, da sempre erano stati derisi, immiseriti, bastonati e uccisi. Fino ad allora, il secolo dei Lumi. Da allora in poi, luce e civiltà.



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