Il colore del silenzio by Elia Barcelo

autore:Elia Barcelo [Barcelo, Elia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Elliot
pubblicato: 2023-04-26T22:00:00+00:00

LA SCATOLA

Documento 3

Un quaderno di un centinaio di pagine a righe e una copertina rigida a fiori in colori psichedelici, classico stile anni Sessanta.

Sulla prima pagina si legge “Alicia Guerrero” scritto con l’inchiostro Royal Blue, una calligrafia ampia, rotonda, che aveva bisogno di molto spazio per svilupparsi, appartenente a una persona socievole e spontanea, intuitiva, con un grande senso estetico.

Deve trattarsi di una specie di diario, anche se spesso le annotazioni non hanno data e molte pagine sono dedicate a bozzetti e figurine. Verso la metà qualcuno ha strappato alcune pagine. A partire da quel punto, le restanti sono in bianco.

Oggi compio venticinque anni. Pazzesco! Già un quarto di secolo. E ho alle spalle già quattro anni di matrimonio. Ho fatto tutto molto in fretta! Ora che siamo in un’epoca nella quale finalmente c’è tempo, non come agli inizi del secolo, quando una ragazza doveva sbrigarsi a trovare un marito perché alla mia età eri già una zitellona e non c’era più niente da fare: ora, giustamente, invece di godermi la libertà delle donne io prendo e mi sposo, prima di aver compiuto ventidue anni. Ma J.P. era – anzi è – qualcosa di speciale, diverso da tutti. Non c’era molto da pensare. E del resto avevamo tutto: ci amavamo, desideravamo avere la stessa vita e papà ci dava i soldi necessari per aprire l’attività che sognavamo. Che altro si poteva chiedere? Tuttavia oggi, che è il mio compleanno, non posso evitare di pensare che avrei dovuto lasciarmi ancora un po’ di tempo; che ho scelto senza avere termini di paragone; che, tranne un paio di ragazzi senza importanza con cui sono uscita qualche volta, non ho avuto modo di vivere la mia vita, di fare esperienze, di fare qualche follia.

Helena sì che ha fatto bene. L’anno scorso, mentre J.P. e io ci facevamo in quattro per lanciare Imagine, lei si è presa un anno e se n’è andata a New York e in California per imparare a dipingere. Ha vissuto un anno davvero libera, ha conosciuto molte persone, ha provato alcune droghe – farò meglio a nascondere bene questo quaderno se non voglio che mamma si arrabbi –, ha avuto rapporti con più uomini di quelli che io ho avuto in tutta la mia vita. Ha perfino vissuto un periodo in una comune, con hippy dai capelli lunghi, a San Francisco. È arrivata addirittura a fare l’amore con una donna – sono rimasta di sasso quando me lo ha detto, ma ho fatto finta di niente – e non mi meraviglierebbe nemmeno se avesse provato cose ancora più eccentriche.

E allora perché a me pare così strano che mi sia piaciuto quel ragazzo che ho conosciuto la settimana scorsa in aeroporto quando tornavo da Parigi? Non sono state che cinque ore per il ritardo del volo da Madrid a Casablanca, ma mi sembra di conoscerlo da sempre. E, in realtà, posso dirlo perché qui scrivo solo per me, già mi manca. Non è niente di peccaminoso né immorale. Solo che per la prima volta da quando sto con J.

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