Il colpo di Stato di banche e governi: L'attacco alla democrazia in Europa by Luciano Gallino

Il colpo di Stato di banche e governi: L'attacco alla democrazia in Europa by Luciano Gallino

autore:Luciano Gallino [Gallino, Luciano]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Saggistica, Economia
ISBN: 9788858411513
editore: Einaudi
pubblicato: 2014-07-04T04:00:00+00:00


5. Banche italiane, decisioni governative e debito pubblico: alcune precisazioni.

Prima di inoltrarci nella risposta a tale quesito finale, qualche precisazione relativa alle banche italiane e ai loro rapporti con i politici appare opportuna. Si sente spesso affermare, in Italia, che le nostre banche sono uscite indenni dalla Grande crisi globale perché il comportamento prudenziale che per tradizione le distingue nell’erogare prestiti le ha tenute lontane dalla produzione di derivati strutturati, quali ad esempio le Cdo, diventati famosi come titoli «tossici». Qualcuno ha sottolineato che tale astensione fu forse dovuta, piú che alla prudenza tradizionale, al fatto che le banche italiane non disponevano della sofisticata tecnologia finanziaria necessaria per produrre delle Cdo. Resta comunque vero che esse non le hanno prodotte, e questo non è l’ultimo dei fattori per cui gli interventi governativi volti a salvarle, diversamente da tutti i maggiori Paesi Ue, sono stati in Italia abbastanza modesti (intorno ai 40 miliardi). Tuttavia, se ciò porta a concludere che esse non avrebbero avuto alcun ruolo di peso nella Gcg, si cade in un serio fraintendimento. Il loro ruolo effettivo emerge da alcuni dati e considerazioni:

1. Tra il 2000 e il 2008 le banche italiane hanno effettuato cartolarizzazioni, comportanti la trasformazione di crediti in titoli negoziabili e la loro vendita a uno dei veicoli o Siv da loro stesse create, per 347 miliardi di euro. Tale cifra supera di oltre 20 miliardi quella corrispondente della Germania, a onta delle dimensioni assai maggiori (almeno un terzo) di quell’economia (vedi supra, cap. IV). Nel 2009 ne hanno effettuato una nuova serie per varie decine di miliardi.

2. Le suddette cartolarizzazioni sono state effettuate, come usano fare tutte le banche, per due scopi principali: fare uscire i crediti dal bilancio in modo da poter continuare a erogarne altri, e trasformare in liquidità immediatamente disponibili dei titoli di per sé illiquidi, quali sono per definizione i mutui. A tale pratica diffusa le banche italiane ne hanno aggiunto un’altra di rilevante interesse: la trasformazione pressoché immediata di grossi volumi di denaro bancario creato dal nulla, del quale è fatta la maggior parte dei crediti, in denaro legale – quello emesso o stampato dalla Bce. Infatti, dopo averli venduti a un proprio Siv, esse hanno sovente ricomprato una cospicua parte dei nuovi titoli al fine di depositarli come collaterale alla Bce, in cambio di prestiti da destinare ad aumenti di capitale, pagamento di debiti interbancari e altro.

3. Le banche italiane hanno contribuito, non meno di tutte le banche europee, allo sviluppo del sistema bancario ombra, che secondo i calcoli quanto mai cauti del Financial Stability Board equivale in termini di attivi al sistema finanziario tradizionale. A esso appartengono in primo luogo i 300 Siv da esse costituiti per portare sul mercato i crediti cartolarizzati.

4. Le stesse banche hanno impiegato capitali enormi, indebitandosi oltre ogni misura, allo scopo di espandere le proprie attività all’estero, nella corsa alle fusioni e acquisizioni scatenata in tutta la Ue dalla liberalizzazione dei movimenti di capitale e delle attività dei gruppi finanziari che era pressoché conclusa a fine anni Novanta.



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