Il destino del numero dieci by Pittacus Lore

Il destino del numero dieci by Pittacus Lore

autore:Pittacus Lore [Lore, Pittacus]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza; Horror e Fantasy
ISBN: 9788842928201
editore: Nord
pubblicato: 2016-02-14T16:00:00+00:00


14

«Ricognitori?» mi chiede Marina. Sento che riattiva l’Eredità del ghiaccio, nel caso dovessimo affrontare i nuovi arrivati.

«Non è un’astronave mog», dice Adam.

«No.» Ho appena capito come stanno le cose. Poso una mano sul braccio di Marina. «Va tutto bene. Non la riconosci?»

L’astronave fa uno slalom tra gli alberi e piroetta leggera nell’aria, poi rallenta con un movimento fluido sopra la pista mogadorian che abbiamo appena sgomberato. È ammaccata e piena di graffi, e ha perfino un po’ di ruggine sui bordi, ma riluce ancora d’argento. I pannelli corazzati sono composti da materiali che non esistono su questo pianeta. Resta sospesa per un momento in aria, mentre il sole si riflette sui finestrini oscurati della cabina di pilotaggio; poi atterra delicatamente.

«È una delle nostre», dico. «Come quella che ci ha portati qui. Sulla Terra, voglio dire.»

«Ma com’è possibile?» chiede Adam.

«Sono questi i rinforzi?» domanda Marina, senza staccare gli occhi dall’astronave. «John ti aveva annunciato qualcosa del genere?»

«Ha detto che ci avrebbe mandato Sarah, Mark e qualcos’altro... qualcosa che dovevamo vedere per crederci.» Faccio un cauto passo avanti. Chi può pilotare un’astronave loric? Da dov’è venuta?

Vedo scendere una rampa di metallo dal retro dell’astronave e tendo i muscoli. Ho un vago ricordo di quando sono salita con Katarina su una rampa come quella, quand’ero piccola, e ricordo le esplosioni e le grida in sottofondo. Ed eccoci qui di nuovo, nel mezzo di una seconda invasione dei Mogadorian, e di nuovo c’è un’astronave loric davanti a me. Ma stavolta non so se correre verso l’astronave o scappare via. John mi ha detto che stavano arrivando i rinforzi, ma non riesco a non pensare che possa essere una trappola. La paranoia mi ha permesso di sopravvivere fino a oggi: non vedo perché dovrei smettere di ascoltarla.

«State pronti a tutto», dico agli altri. «Non sappiamo cosa uscirà di lì.»

E poi un beagle dall’aria familiare salta giù dalla rampa.

Bernie Kosar mi corre incontro con la lingua di fuori e mi appoggia le zampe sulle cosce. Scodinzolando, va a salutare Marina e salta perfino addosso a Adam.

Poi in cima alla rampa appare Sarah Hart, che sorride e ci saluta a braccia aperte. «Ciao, ragazzi. Visto cosa abbiamo trovato?»

Marina scoppia a ridere per la sorpresa e per la gioia. Va incontro a Sarah e si abbracciano in fondo alla rampa. Era un po’ che non vedevamo Sarah: era già partita per la missione segreta con l’ex fidanzato quando io e Marina siamo tornate dalla Florida. Porta i capelli stretti in una coda di cavallo e sorride, ma avvicinandomi vedo che ha gli occhi rossi, qualche graffio e alcuni lividi che il sorriso non riesce a nascondere. Sì, è felice di vederci, ma è anche stanca, stressata e un po’ acciaccata. Comunque ha un aspetto migliore del nostro: siamo sporchi dopo avere passato due giorni nella giungla, scottati dal sole ed esausti. Ma non è colpa sua.

Vado ad abbracciarla, anche se non riesco ancora a staccare gli occhi dall’astronave.

«È bello vederti, Sei», dice Sarah, abbracciandomi nonostante il sudore e la sporcizia.



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