Il diritto all’ozio by Paul Lafargue

Il diritto all’ozio by Paul Lafargue

autore:Paul Lafargue [Lafargue, Paul]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2018-11-15T23:00:00+00:00


4. A NUOVA MUSICA, NUOVA CANZONE

Se, diminuendo le ore di lavoro, si conquistano alla produzione sociale nuove forze meccaniche, obbligando gli operai a consumare i loro prodotti si conquisterà un immenso esercito di forza-lavoro. La borghesia, esonerata dal suo compito di consumatore universale, si affretterà a licenziare la massa di soldati, magistrati, parrucchieri, ruffiani ecc. da lei tolti al lavoro utile perché l’aiutassero a consumare e a dilapidare. A questo punto il mercato del lavoro sarà straripante, e occorrerà allora una legge ferrea per proibire il lavoro; sarà impossibile trovare di che fare per questa schiera di ex improduttivi, più numerosi dei tarli. E dopo costoro, bisognerà pensare a tutti quelli che provvedevano ai loro bisogni e gusti futili e dispendiosi. Quando non ci saranno più lacchè e generali da gallonare, prostitute libere e maritate da coprire di pizzi, cannoni da fondere, palazzi da costruire, bisognerà imporre con leggi severe agli operai e alle operaie che lavorano nelle passamanerie, nei merletti, nella siderurgia, nell’edilizia, del canottaggio igienico e delle esercitazioni coreografiche per il ristabilimento della loro salute e il miglioramento della razza. Dal momento che i prodotti europei consumati sul posto non saranno più trasportati a casa del diavolo, sarà pur necessario che i marinai, i manovali, i trasportatori si mettano finalmente a sedere e imparino a girarsi i pollici. I felici Polinesiani potranno allora darsi al libero amore senza temere le pedate della Venere civilizzata e i sermoni della morale europea.

Ma c’è di più. Per trovare lavoro per tutti gli improduttivi della società attuale, per permettere che l’attrezzatura industriale si sviluppi all’infinito, la classe operaia, come già la borghesia, dovrà far violenza alle sue propensioni all’astinenza e sviluppare indefinitamente le sue capacità di consumo. Invece di mangiare, quando ne mangia, una o due once di carne coriacea, mangerà delle sapide bistecche di una o due libbre; invece di bere moderatamente del pessimo vino, piú cattolica del papa berrà dei bei bicchieroni colmi di bordeaux, di borgogna, non battezzati dall’industria e lascerà l’acqua alle bestie.

I proletari si sono messi in testa di infliggere ai capitalisti dieci ore di ferriera e di raffineria; errore enorme, la vera causa degli antagonismi sociali e delle guerre civili. Bisognerà invece proibire, non imporre il lavoro. I Rothschild, i Say saranno chiamati a provare di essere stati per tutta la vita dei perfetti buoni a nulla; e se giurano di voler continuare a vivere da fannulloni nonostante il generale impulso al lavoro, saranno messi in lista e dai rispettivi municipi riceveranno tutte le mattine una moneta da venti franchi per i minuti piaceri. Le discordie sociali scompariranno. I possidenti, i capitalisti, tutti i maggiorenti aderiranno al partito popolare una volta convinti che, lungi dal voler loro del male, li si vuole al contrario liberare dal lavoro di superconsumo e di sperpero da cui sono stati oppressi sin dalla nascita. Quanto ai borghesi non in grado di provare i loro titoli di perdigiorno, verranno lasciati liberi di seguire i loro istinti: esistono a sufficienza mestieri disgustosi



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