Lezioni dalla crisi by Giuliano Amato & Fabrizio Forquet

Lezioni dalla crisi by Giuliano Amato & Fabrizio Forquet

autore:Giuliano Amato & Fabrizio Forquet [Amato, Giuliano & Forquet, Fabrizio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2013-04-14T16:00:00+00:00


7. Il rischio di un circolo vizioso

Quando i tre porcellini vollero difendersi dal lupo, fecero una casa via via più robusta. Dalla paglia al legno e, finalmente, ai mattoni, che impedirono al lupo di entrare e fare scempio dei tre. Anche noi europei (taluni di noi come abbiamo visto sono stati definiti Pigs, in inglese porcellini, appunto, ma questa è un’altra storia…) abbiamo costruito una casa comune via via più solida. Ma come abbiamo cominciato a vedere non è bastato.

Sembrava robusta quella casa. Eppure quando è arrivato il lupo, quando la tempesta finanziaria ha battuto con forza all’ingresso, almeno la porta è andata giù. E ora ci ritroviamo con una casa un po’ traballante, nella necessità di intervenire continuamente per evitare ulteriori crolli. È quello che si sta facendo in questi mesi. Piccoli passi, interventi d’emergenza e piani più ampi per il futuro: tasselli spesso contraddittori di un’azione comune che non ha ancora la guida di una leadership politica sicura e lungimirante.

Nel giro di due anni, in maniera frammentaria, si è cominciato a costruire quel governo comune della moneta unica che avrebbe dovuto esserci fin dall’inizio. Si è innanzitutto cercato di creare degli strumenti di intervento capaci di affrontare le difficoltà in momenti specifici di questo o quello Stato. Allo stesso tempo si è lavorato a strumenti nuovi di governance, cioè di governo comune dell’Eurozona, che andassero al di là del semplice coordinamento delle politiche nazionali. E si è cercato infine, con la Banca centrale europea, di fare qualcosa di simile a quello che fanno le banche centrali degli Stati: prestare, se è necessario, tutta la valuta che è ritenuta utile.

I fattori di spinta sono stati di volta in volta i guai che venivano incontrando sul mercato i debiti dei paesi cosiddetti periferici, i Pigs. Si è trattato, quindi, di interventi spesso frammentari, a volte contraddittori, sempre frutto di lunghissime discussioni tra chi voleva spingersi un po’ più in là e chi frenava. Con l’effetto, talvolta, di veder progressivamente ingigantire i problemi, piuttosto che risolverli.

È il caso greco, come abbiamo visto, a suonare il campanello d’allarme. È l’annuncio del primo ministro Papandreou che il debito greco è più alto di quanto il governo precedente avesse mai confessato. I rendimenti pagati da Atene per finanziarsi schizzano immediatamente verso l’alto. Presto si capisce che gli ellenici non sarebbero stati in grado di salvarsi da soli. La pressione sui mercati si scarica in breve tempo su tutti i paesi più deboli dell’area euro: Irlanda, Portogallo, Spagna, anche Italia.

È sotto questa emergenza che l’Europa deve intervenire. Il primo passo è quello di dare prestiti bilaterali agli Stati in difficoltà, senza alcuna componente di aiuto e senza ridurgli gli interessi. Questi prestiti bilaterali diventano un primo fondo, chiamato European Financial Stability Facility, Efsf, nome un po’ complicato che in Italia viene reso con un più diretto Fondo salva-Stati.

È uno strumento per la stabilità finanziaria europea che doveva durare fino al 2013. Sarà però presto affiancato da un nuovo fondo, l’Esm, il Meccanismo per la stabilità finanziaria, un fondo permanente che può prestare soldi agli Stati in difficoltà.



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