Oltre la fragilità by Antonio Calabrò

Oltre la fragilità by Antonio Calabrò

autore:Antonio Calabrò [Calabrò, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Egea


Ecco come pensare l’infosfera

Non si tratta, però, solo di tecnica e tecnologie. Ma di processi industriali con forti risvolti sociali che toccano salute, sicurezza e libertà delle persone, di sistemi di controllo digitale che pongono anche questioni di senso, domande che investono la sfera dell’etica. Bisogna «pensare l’infosfera», dice Luciano Floridi, filosofo, professore di filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford, dove dirige il Digital Ethics Lab. Ha intitolato così il suo ultimo libro12. E sostiene che stiamo vivendo una «quarta rivoluzione», dopo quelle avviate da Copernico, Darwin e Freud. Una rivoluzione legata alla diffusione del digitale, con tutto il carico dei big data e dell’intelligenza artificiale che amplia profondamente le dimensioni dell’information and communication technology che abbiamo finora conosciuto e applicato ai processi economici e sociali. Floridi chiama tutto questo «Onlife», sintesi tra «life», il complesso dei valori e dei modi dell’esistenza, e «online», la civiltà delle relazioni digitali, della «vita in rete». E spiega, dunque, che «l’infosfera rappresenta un nuovo modo di stare insieme, in tutti gli ambiti della nostra attività, dall’educazione al business, dalla politica alla cultura, dal commercio alla salute e all’intrattenimento e ci pone sfide sconosciute, facendo del Novecento un mondo obsoleto». Infosfera come «nuovo spazio». Rispetto al quale «ci dobbiamo chiedere: come lo stiamo costruendo? Lo stiamo costruendo bene?».

Pensiero e tecnologie digitali. Riflessione sul senso e il valore delle cose, delle azioni, delle scelte. Elaborazione di nuove idee adatte al cambiamento dei tempi. Floridi è molto chiaro: «La rivoluzione digitale ha effetti sulla nostra autonomia di persone: la nostra libertà, la nostra capacità di determinare le scelte dipende sempre più dai dati. E comincia anche a essere messa in discussione la nostra eccezionalità. Come esseri umani ci siamo a lungo identificati con l’autodeterminazione e con l’intelligenza, che adesso sono entrambe sotto attacco. L’algoritmo di Netflix ci dice: guarda questo film, ti piacerà. E a scacchi non giochiamo più contro il computer, tanto sappiamo che vincerà lui. La filosofia può essere d’aiuto nel ripensare la nostra unicità». Ci vorrebbe, insomma, «un Socrate dell’era digitale»13.

Nel tempo controverso delle grandi trasformazioni, proprio per orientarsi di fronte alle questioni e alle scelte che la velocissima evoluzione tecnologica ci pone e che la pandemia e la presa d’atto della nostra estrema fragilità accentuano, emerge con forza il bisogno di una nuova consapevolezza umanistica. Tornano alla ribalta i filosofi. Così come gli intrecci di politica e affari, culture e sfide legate alla sicurezza e alle life sciences nel mondo globale rilanciano la necessità di avere geografi originali per riscrivere le mappe capaci di orientare il nostro cammino. Filosofi e geografi, per il mondo nuovo. Poeti e letterati, perché nulla come la letteratura sa raccontare lo splendore e la tenebra nel cuore degli uomini (Shakespeare, più di tutti, ne è stato maestro). E storici, per affinare gli strumenti in grado di chiarire le relazioni tra passato e futuro, ricordando la lezione, tra gli altri, di un grande artista contemporaneo, Jannis Kounellis: «Il problema non è quello dell’antichità, ma dell’attualità. E non esiste nessuna attualità senza antichità.



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