Il Doha Round e il Wto by Paolo Guerrieri & Luca Salvatici

autore:Paolo, Guerrieri & Luca, Salvatici [Paolo, Guerrieri & Luca, Salvatici]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Prismi
ISBN: 9788815145574
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2009-10-14T22:00:00+00:00

2. I modelli Cge e la simulazione degli effetti del Doha Round

La costruzione dei modelli Cge e lo svolgimento degli esperimenti è un esercizio complesso. In questo paragrafo ne delineiamo le tappe fondamentali. Conoscere le caratteristiche salienti dei diversi modelli, come vedremo, aiuta a comprendere le differenze di risultati riscontrabili in letteratura.

2.1. I dati e le ipotesi

La costruzione di un modello Cge richiede innanzitutto la predisposizione di una base di dati coerente per tutte le variabili contenute nel modello, riferita a un anno base; in pratica ciò significa costruire una Matrice di contabilità sociale (Mcs) che rappresenti in modo semplice ed efficiente la fondamentale legge economica secondo cui per ogni reddito c’è un corrispondente esborso o spesa. La Mcs può essere considerata come un’espansione della tavola input-output che dà un quadro di quanto viene prodotto e impiegato (per consumo, investimento o input produttivo) in ciascun settore dell’attività economica di un paese. A queste grandezze vengono aggiunte le variabili riferite alla spesa del governo, agli scambi internazionali e al consumo delle famiglie, per ottenere una Mcs.

Ai dati deve essere affiancato un modello teorico che caratterizzi il funzionamento del sistema economico rappresentato. Le specificazioni principali di un modello Cge riguardano: la scelta delle forme funzionali, la forma di mercato, la chiusura macroeconomica, l’impostazione statica o dinamica, e la scelta del livello di disaggregazione.

Le forme funzionali considerate per specificare le funzioni di utilità e di produzione devono soddisfare due vincoli: a) essere compatibili con l’impostazione teorica; b) essere maneggevoli sul piano analitico. Nella specificazione delle funzioni nei modelli si fa anche largo uso di funzioni di produzione e di utilità «annidate» (nested). In tal modo la struttura della produzione viene decomposta in una serie di decisioni a cascata che consente un’ampia gamma di possibilità di sostituzione.

La forma di mercato è strettamente collegata alla scelta di come rappresentare la differenziazione dei prodotti oggetto di scambio fra paesi. La scelta più semplice è evidentemente quella di ipotizzare che l’origine dei prodotti sia irrilevante e che quindi essi siano omogenei. Tale scelta, però, tende a produrre risultati estremi nella misura in cui ogni paese si specializza in determinate produzioni e non vi è la possibilità per un paese di avere flussi sia di importazione che di esportazione nell’ambito di uno stesso settore [Hertel 1997]. Tale risultato appare evidentemente tanto più irrealistico quanto meno dettagliata è la struttura produttiva presente nel modello.

Una volta abbandonata l’ipotesi di perfetta omogeneità si apre la possibilità di registrare dei flussi di commercio intra-industriali e la strategia di modellizzazione di gran lunga prevalente è quella di tipo esogeno associata alla cosiddetta «ipotesi Armington» [Armington 1969]: per ciascun settore, ogni paese produce un bene differenziato e la scelta tra le origini delle importazioni viene fatta dai consumatori in base a delle elasticità esogene. Questo tipo di modellizzazione è ampiamente diffuso in quanto più facile da introdurre e meno esigente in termini di dati rispetto alla differenziazione endogena. Quest’ultima, infatti, implica necessariamente un certo potere di mercato da parte delle singole imprese, e richiede quindi anche la modellizzazione di forme di mercato non concorrenziali.

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