Il futuro del capitalismo by Collier Paul

Il futuro del capitalismo by Collier Paul

autore:Collier, Paul [Collier, Paul]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Un poscritto personale

Dieci anni fa io e mia moglie ci siamo trovati a dover compiere una scelta morale. In un’ulteriore curva della spirale delle fortune divergenti, i nipotini di mia cugina, in tenera età, sono stati affidati alle «cure» dello Stato paternalista (un eufemismo di portata orwelliana). Date le attuali norme della nuova élite educativa britannica, non ci siamo trovati di fronte a pressioni sociali da parte della comunità per prenderli in casa nostra, e anche le nostre famiglie hanno dimostrato una concezione poco esigente delle nostre responsabilità. Spero di poter dire che non abbiamo equivocato. È difficile a posteriori ricostruire i percorsi del pensiero, ma ha influito molto ciò che la generazione più anziana si sarebbe aspettata da noi. Perfino da morti, esercitavano un’intensa pressione morale sul senso di rispetto per se stessi. Un altro potente influsso, data la nostra lunga esperienza della cultura africana, l’ha avuto il nostro rispetto per la norma africana della famiglia etica estesa. Casualmente lo Stato ci ha facilitato, poiché la nuova legislazione permetteva alla famiglia estesa di aggirare il tormentoso processo dell’adozione. Col conforto unanime dell’ufficialità e dell’opinione familiare, abbiamo completato il percorso in solo otto dei primi decisivi mesi, in un turbine di moduli, verifiche e assegni. Nel corso di quell’anno, in un paese di 65 milioni di abitanti, solo 60 bambini furono adottati seguendo la strada normale: da qui deriva la statistica che parla di 70.000 bambini collocati nel limbo di un affidamento temporaneo, un numero che è andato crescendo di anno in anno.

Quando i nostri due bambinetti che ancora non camminavano sono arrivati in casa, i nostri amici africani hanno reagito con un’alzata di spalle che voleva dire «benvenuti nel club». I nostri amici britannici ci dissero che eravamo «coraggiosi», volendo in realtà dire che avremmo rimpianto quella scelta. Dieci anni dopo siamo tutt’altro che rammaricati, ma abbiamo più chiari quali siano gli obblighi familiari. Quella in cui ci siamo trovati dovrebbe essere una situazione normale nelle nostre società come lo è in Africa. Ma in una società ricca ed etica quel che abbiamo fatto non dovrebbe neppur essere necessario.



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