Il problema della pace by Joe Abercrombie

Il problema della pace by Joe Abercrombie

autore:Joe Abercrombie [Abercrombie, Joe]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-04-06T12:00:00+00:00


Un benvenuto adeguato

«E perché diavolo ce ne stiamo tutti qui?» brontolò Pendio, a disagio nella sua eleganza, sebbene questa si riducesse a un nuovo mantello sopra la cotta sfregiata e a essersi pulito gli stivali per la prima volta in sei mesi. Neppure così il risultato era particolarmente brillante.

«Per offrire al Giovane Leone un benvenuto adeguato» rispose Trifoglio.

«Non stavamo combattendo contro quel bastardo dell’Unione solo qualche mese fa? Un benvenuto appropriato sarebbe un’ascia in testa.»

«Un’ascia in testa è la tua risposta per tutto» mormorò Sholla, che aveva preso in prestito una cotta di maglia per l’occasione ed era riuscita a adattarsela solo stringendo cinque cinture sulla sua figurina macilenta.

«Fin troppo vero.» Trifoglio annuì mesto. «Ed è una risposta inadeguata negli affari di Stato, credo sia giusto dirlo.»

«In cosa?» borbottò Pendio, perplesso.

«È tutta questione di presentazione» Trifoglio fece un cenno verso i Signori della Guerra e i Nominati di Possente, allineati su entrambi i lati del Salone di Skarling. Il meglio del meglio, e nei loro abiti migliori, con così tanti gioielli e dorature ostentati che ogni volta che sbucava il sole Trifoglio era mezzo accecato da tutto quello scintillio. «Una dimostrazione di forza. Di potenza. Non abbiamo bisogno del fuoco, perché la giornata è calda, ma loro hanno acceso quel gran falò solo per mostrare che possono farlo.» E in effetti, quelli abbastanza sfortunati da trovarsi vicino alla fiamma stavano sudando nelle cotte di maglia. «Il benvenuto esprime qualcosa non tanto dell’ospite, quanto di chi lo accoglie.»

Pendio sembrava più sconcertato che mai. «Cosa?»

«Possente vuole tutti questi bastardi quaggiù perché lo fanno sembrare bello grosso» disse Sholla.

«Ah. Perché non l’hai detto subito?»

Trifoglio sospirò. «Perché ho questa ragazza che traduce in mezzoscemese per me.»

«Chi diavolo è questa?» Verdevia percorreva la sala a passi da belva, assicurandosi che tutto rispondesse ai suoi criteri, come se ne avesse davvero qualcuno. Ora si era avvicinato a Sholla, con un sogghigno così largo sul volto che era un miracolo non gli si vedesse il teschio. «Perché cazzo l’hai portata?»

Trifoglio sentì Pendio emettere un grugnito sprezzante e stese un braccio davanti a lui prima che il ragazzo decidesse di scuoiare Verdevia fino a esporgli davvero il teschio.

«Mi hai detto di portare due dei miei migliori elementi» disse Trifoglio, col solito sorriso rassicurante. A volte si sentiva il guardiano di un serraglio, sempre ad affannarsi per impedire che gli animali si accoppassero a vicenda. «Se non la volevi qui, avresti dovuto pensare meglio al significato della parola migliori.»

Verdevia fece gran mostra di succhiarsi i denti mentre si allontanava. Se succhiare i denti fosse stata la misura di un uomo, quel tizio avrebbe avuto un posto nelle canzoni, poco ma sicuro. Sholla la prese bene. Se si può dire che una roccia prenda bene un acquazzone. Pendio, invece, era uno che si sforzava di prendere tutto male.

«Lascerai che quel fottuto stronzo sbeffeggi una dei nostri?» ringhiò all’orecchio di Trifoglio.

«Tu la sbeffeggi piuttosto spesso.»

«Lei sa che lo faccio per divertirci un po’.»

Sholla alzò le sopracciglia. «E come farei a saperlo?»

Pendio la ignorò.



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