Il re d'Occidente by Ann Marston

Il re d'Occidente by Ann Marston

autore:Ann Marston [Marston, Ann]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Fantasy, General
ISBN: 9788842910862
Google: XNYaAAAACAAJ
editore: Nord
pubblicato: 1999-10-15T16:19:20+00:00


CAPITOLO SEDICESIMO

«Avremmo dovuto scegliere come data Beltane» osservò Tiernyn, guardando fuori della finestra della sua stanza di lavoro e contemplando il villaggio innevato, dove il crepuscolo aveva infine svuotato il campo di addestramento e arrestato il fumo che scaturiva dalle fucine. «Fa troppo freddo per viaggiare e non verrà nessuno.»

Un vento costante che soffiava da est sferzava la brughiera e portava con sé il peggior clima invernale che Donaugh riuscisse a ricordare, tanto che il fiume era ghiacciato da una riva all’altra e la neve si stava ammucchiando in ampi cumuli contro il muro orientale di Dun Camus. Il fuoco ardeva giorno e notte nei focolari ma non riusciva ad attenuare la selvaggia morsa del gelo che s’insinuava nelle abitazioni attraverso ogni fessura, e uno spesso strato di brina ricopriva ogni finestra, disegnando sul vetro le forme più fantastiche.

Dal tavolo di lavoro, Donaugh distolse lo sguardo dalla mappa del continente affissa alla parete che stava studiando.

«Beltane è troppo lontano come data» rispose. «Continua con i preparativi. Vedrai che verranno.»

«Sei molto sicuro» osservò Tiernyn in tono acido, scoccandogli un’occhiata da sopra la spalla.

«Sì» annuì Donaugh, permettendo ad un vago sorriso di sfiorargli le labbra. «Sicuro nella misura in cui posso esserlo, in ogni caso.»

«È la Vista a dirtelo?»

«Forse» replicò Donaugh, scrollando le spalle, «o forse è la stessa Creatrice di Re.»

Tiernyn guardò verso la parete opposta al tavolo da lavoro, dove Creatrice di Re era appesa all’interno del fodero accanto al suo mantello e a quello di Donaugh. Alla luce tremolante delle candele la gemma incastona-ta nel pomo emetteva di tanto in tanto qualche scintilla che si rifletteva sulla parete di pietra.

«La spada ti parla?» domandò Tiernyn.

Donaugh non si prese neppure il disturbo di guardare in direzione della spada perché la sua voce gli sussurrava sommessamente in un angolo della mente, sempre presente a ricordargli lo scopo per cui era stata creata.

«Sì, mi parla» rispose.

«Ultimamente a volte cominci a farmi paura, Donaugh» dichiarò Tiernyn, voltandosi a fissare il suo gemello con aria grave. «Cosa ti è successo mentre eri prigioniero dei Saesnesi che ha aumentato così tanto la tua magia? Non so come, ma sei cambiato.»

«Davvero?» ribatté Donaugh, con un sorriso.

«Sai che è così. Possiedi un potere che io credevo esistesse soltanto nelle storie dei bardi o nelle leggende che gli uomini raccontano in merito all’epoca precedente il tentativo da parte dei Borlani di distruggere tutta la magia presente nel mondo tranne la loro.»

«I Borlani sono scomparsi e il loro impero si è frantumato, riformando le nazioni preesistenti» sottolineò Donaugh, «ma la magia continua a vivere e sempre lo farà, così come sarà sempre più forte in alcuni uomini che in altri.»

«Ma così tanto potere…» Scuotendo il capo Tiernyn tornò a volgersi verso la finestra e aggiunse: «A volte mi chiedo come possa un solo uomo avere tanto potere.»

«Il mio potere opera a tuo vantaggio e lo ha sempre fatto. Questo ti dovrebbe bastare.»

«Tuttavia…»

«Tiernyn, il tuo nome continuerà a vivere nelle leggende e nei canti quando il mio sarà diventato soltanto un sussurro nel vento.



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