Il sigillo del cielo by Glenn Cooper

Il sigillo del cielo by Glenn Cooper

autore:Glenn Cooper [Glenn Cooper]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
ISBN: 9788842932512
editore: Casa Editrice Nord s.u.r.l.
pubblicato: 2019-06-09T22:00:00+00:00


Hamid viveva in uno degli edifici più belli di Manhattan. Quand’era diventato ricco aveva comprato uno degli attici, e quand’era diventato miliardario aveva comprato l’appartamento al piano inferiore, l’aveva collegato al primo e li aveva ristrutturati. Ora che la figlia era sposata, la moglie pensava che fosse assurdo vivere in due in una casa a due piani di oltre millecinquecento metri quadri. Hamid non era d’accordo. Anzi, aveva sentito dall’amministratore che l’appartamento sotto il suo stava per essere messo sul mercato e lui voleva acquistarlo. Per la servitù.

Casa di Hamid era così grande che lui non provò nemmeno a chiamare la moglie. Era inutile, così come l’interfono, che lei non aveva mai imparato a usare. Del resto se ne stava sempre in cucina, e infatti la trovò lì. Aveva fianchi e sedere molto grossi, proprio come lui, ma a Hamid non dava fastidio. Non era particolarmente interessato al sesso – del resto non lo era nemmeno lei – e non lo cercava altrove. Una volta, sapendo della sua scarsa libido, il medico gli aveva proposto di controllare i livelli di testosterone, ma Hamid gli aveva risposto che, no, grazie, stava benissimo così. Hamid non leggeva nemmeno libri, e non guardava la TV, a parte Fox News, che campeggiava, senz’audio, su quasi tutti i televisori di casa. Le uniche cose che faceva erano lavorare – sedici ore al giorno – e pregare spesso, non in chiesa, ma a modo suo.

«Com’è andata oggi?» gli chiese la moglie in arabo.

«Bene. Ho comprato un edificio.»

«Ottimo», rispose lei, in un tono che indicava totale disinteresse. «Io vado dai ragazzi. Hanno una cena a casa del capo di Arthur e devo tenere i bambini.»

La figlia aveva dieci anni quand’erano arrivati in America. Agli occhi dei genitori, il suo primo marito – un americano – era uno sfigato. Erano felici che lei non avesse avuto figli da quell’unione e ancora più felici che ormai lui fosse fuori dalle loro vite. Il secondo marito era iracheno-americano, cristiano, anestesista. Sembrava perfetto, a parte il fatto che non nutriva nessun interesse per il mercato immobiliare e quindi, a Dio piacendo, Hamid avrebbe dovuto tenere le redini dell’impero finché il nipote non fosse stato abbastanza grande da succedergli. L’unico figlio di Hamid era stato costretto ad arruolarsi nell’esercito di Saddam quando aveva solo diciannove anni, subito prima dell’invasione statunitense. Era morto in un bombardamento aereo durante la difesa di Baghdad. Quand’era fuggito dall’Iraq, nel 1994, Hamid aveva dovuto lasciare pure i genitori, ormai anziani. Tuttavia, prima che riuscisse a portarli in America, un malvivente li aveva uccisi a colpi di pistola dopo aver rapinato il loro negozio di abbigliamento, lasciando sulle pareti slogan anticristiani scritti col loro sangue.

«Chiedo a Tariq di accompagnarti», disse Hamid.

«Posso andare in taxi.»

«Usa Tariq. Non mi serve, stasera, e non mi serve nemmeno Sara.»

«Ha lasciato dell’agnello in frigo.»

«Starò benissimo. Dai un bacio ai bambini da parte mia.»

Hamid cenò da solo, e quando ebbe finito non si era ancora fatto buio. Il suo enorme studio al piano superiore



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