Il sogno della macchina da cucire by Bianca Pitzorno

Il sogno della macchina da cucire by Bianca Pitzorno

autore:Bianca Pitzorno [Pitzorno, Bianca]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
ISBN: 9788858780497
editore: Bompiani
pubblicato: 2018-09-26T04:00:00+00:00


LA SCATOLA DI LATTA DELLE ILLUSIONI

“Tra poveri bisogna aiutarsi,” mi ripeteva sempre la nonna, “perché se aspettiamo che siano i ricchi a soccorrerci nel bisogno, stiamo freschi.” Da parte sua non si era mai rifiutata di dividere un pezzo di pane, fosse anche l’ultimo che ci restava, con una vicina in difficoltà, oppure di rinunciare al sonno per vegliare un bambino ammalato mentre la madre finiva un lavoro che doveva essere assolutamente consegnato l’indomani. Aveva nel quartiere tutto un giro di amicizie, donne sole come lei, anziane che avevano perduto la famiglia nell’epidemia, giovani vedove con figli piccoli, oppure giovani madri che un marito lo avevano ma non ci potevano contare, perché beveva, oppure non riusciva a tenersi un lavoro. A nessuna mia nonna negava una paletta di brace, un consiglio, un piatto di minestra, un ritaglio di stoffa per applicare una toppa alla gonna che andava in pezzi. Quanto a chiedere lei stessa aiuto, era un po’ ritrosa, conosceva la loro miseria, e poi aveva il suo orgoglio: aveva sempre tenuto, fin da giovane, a bastare a se stessa e ai suoi. L’avevo imparato da lei quel bisogno d’indipendenza, anzi posso dire che l’avevo assorbito dal suo esempio senza rendermene conto. Se non potevo fare a meno di chiedere un favore, cercavo di ripagarlo nel più breve tempo possibile. Alla stiratrice, per esempio, che abitava proprio di fronte e alla quale di tanto in tanto, se avevo troppo lavoro, dovevo chiedere che mi cucinasse la minestra o mi facesse le pulizie delle scale, o mandasse la bambina a fare una consegna, se non potevo pagarla cercavo di procurarle del lavoro, oppure le passavo qualche abito smesso che mi regalavano le mie clienti.

Erano davvero povere, Zita e Assuntina. Un uomo in casa non c’era da quando, poco tempo prima, il rispettivo marito e padre era stato ucciso in una rissa tra ubriachi. Madre e figlia vivevano in un basso, un sottano senza finestre, umido, sotto il livello della strada, cui si accedeva scendendo tre gradini. Non era facile in quell’ambiente sempre in penombra stirare la biancheria dei signori e consegnarla bianca immacolata, senza sporcarla di fuliggine o bruciarla con le scintille che uscivano dal ferro da stiro scaldato con le braci del carbone. I capi che andavano anche inamidati, come le camicie da uomo, erano un vero problema. Di ferri da stiro Zita doveva tenerne sempre pronti sul fornello almeno tre in modo da non dover perdere tempo in attesa che quello in uso, raffreddatosi, richiedesse di essere scaldato di nuovo. Se avesse avuto un cortile con una presa d’acqua dove mettere la bucatiera avrebbe potuto offrire il servizio completo e guadagnare un po’ di più, invece doveva limitarsi a ritirare la biancheria umida dalla lavandaia.

Aveva alcune clienti fisse; la maggior parte gliele avevo procurate io, come la Miss americana che era stata la sua cliente più generosa, e con quelle tirava avanti. Più male che bene, perché spesso lei e la figlia non potevano permettersi di mangiare altro che



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.