Il venditore di sogni by Okri Ben

autore:Okri, Ben [Okri, Ben]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

II.

Quando arrivò a casa, Mama Joe gli disse che in precedenza era passata Dede.

“Non ha lasciato un messaggio?”

“Ha detto che riprova più tardi.”

Emokhai andò nella sua stanza. Aveva sete. Guardò nel secchio di plastica verde che stava accanto alla credenza e scoprì che non aveva acqua da bere. Il secchio, dal fondo fino al bordo, era coperto da un velo di sedimento rosso. I tubi dell’acqua del compound non erano mai stati riparati da quando erano scoppiati, due settimane dopo essere stati installati, tre anni prima. Emokhai uscì e comprò un secchio d’acqua dal proprietario del serbatoio di alluminio, che abitava accanto. Quando rientrò si mise a sedere sul letto di legno. Dal cortile sul retro si diffondeva all’interno il tanfo del bugliolo che fungeva da gabinetto. Le finestre non potevano essere aperte e nella stanza pareva quasi di assaporare l’odore della muffa. Emokhai inspirò profondamente, pensando ai soldi. Fissò l’almanacco delle persone importanti della sua città d’origine. L’almanacco era tutto velato di polvere rossa. Mentre pensava ai soldi, Emokhai giunse alla conclusione che era impossibile diventare ricchi in maniera onesta. Dove c’è denaro c’è furto, disse a se stesso. Si alzò, uscì dalla stanza, prese un po’ d’acqua dal pozzo e fece un bagno. Si asciugò e si vestì per la parata. Si guardò nello specchio alla parete. Ritenne che il suo aspetto fosse presentabile. Con addosso la sua giacca logora, una croce al collo, un orologio che non aveva mai funzionato e il suo paio di jeans che gli andava troppo stretto, aveva in realtà l’aspetto di un uomo che cercava di nascondere la sua disperazione.

Non fece in tempo a uscire che sudava di nuovo. Il sole bruciava implacabile. Mama Joe era seduta su un basso sgabello con il bambino legato alla schiena. Il telo che le avvolgeva il corpo era sapientemente piegato tra le sue gambe. Sudava, china su una grande padella in cui sfrigolava dell’olio vegetale dove aveva fatto cadere cucchiaiate di fagioli passati per preparare l’akara serale. Gli altri suoi figli, nudi e coperti di polvere, giocavano per la strada con le stelle filanti e le striscioline di carta unite in catenelle attorno al collo.

“Mama Joe,” disse Emokhai, “se Dede dovesse venire di nuovo, dille di aspettarmi.”

Lei fece segno di sì con la testa.

Emokhai uscì dal compound. Il sole rovesciava la sua ruggine e il suo fuoco. Gli aeroplani venivano giù in caduta libera, l’apertura alare verde contro il cielo ocra. Sopra le case fluttuavano stelle filanti. Mentre camminava sotto il ronzio degli aerei che volavano in cerchio, il pensiero che era effettivamente il compleanno del governatore ebbe l’inatteso effetto di tirarlo su.

Emokhai iniziò a notare l’aumentato trambusto di mezzi militari. Sulle facciate delle banche c’erano degli striscioni augurali per il governatore. Uno dei giornali aveva pubblicato, in prima pagina, un ingrandimento fotografico del governatore da bambino: il bambino che avrebbe un giorno salvato la città.

Grossi camion snodati passavano adagio. Le strade tremavano sotto la stretta di cortei di auto sfreccianti e di autoblindo. Jeep piene di riservisti inondavano di rumore le strade.

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