Invictus by Ryan Graudin

Invictus by Ryan Graudin

autore:Ryan Graudin [Graudin, Ryan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy
ISBN: 9780316503082
editore: Mondadori
pubblicato: 2018-09-18T04:00:00+00:00


26

Piombare in una polveriera di papiri

La Invictus era già in volo, e scivolava sopra il Mediterraneo con la forma e la grazia di una nuvola baciata dalla luna. Quella dell’11 giugno 2155 era una bella nottata, un coro di stelle stendeva una coltre sopra il cielo nero, ma nessuno dell’equipaggio si fermò per godersela. Far e gli altri stavano mangiando una pizza margherita, da due grandi contenitori termici, e una vaschetta di tiramisù. Alla cena, con annessa sessione di pianificazione, era presente tutta la nave – persino Bartleby, con una toga addosso. La stola destinata a Eliot pendeva accanto alla coda di Zafferano insieme al resto del guardaroba, l’orlo di lino abbastanza lungo da sfiorare la testa di Far ogni volta che si muoveva.

Lui resistette all’impulso di tirargli una sberla.

Imogen era accanto al manichino, e illustrava all’equipaggio i dettagli del colpo. Non era da sua cugina farsi prendere dal panico da palcoscenico, ma la sua presentazione era piuttosto incerta. Schiarimenti di voce, mani tra i capelli, frasi piene di “ehm”.

«La Biblioteca di Alessandria era, ehm, la più importante raccolta di testi del mondo antico. Poesia, fisica, filosofia, astronomia… C’era tutto, fino al disastroso incendio provocato da Cesare. Gli acquirenti, ehm, di Eliot hanno stanziato i loro crediti per due opere in particolare: i manoscritti della poetessa lirica greca Saffo e la storia del mondo antico composta da Berossus. L’esatta collocazione di questi rotoli è sconosciuta ma, ehm, i bibliotecari avevano un complesso sistema di catalogazione. Gli scritti di Saffo si pensa fossero conservati da qualche parte, ehm, nell’angolo nord-ovest. La Babylonaica si trova sul lato opposto dell’edificio. Pensiamo.»

«Pensiamo?» Il grasso colò sulle dita di Far al suo primo rapido morso. Ahi! Il contenitore termico aveva svolto il suo compito fin troppo bene. Sentì la mozzarella bruciargli la gola e appiccicarsi alla parete del petto. Parte del bruciore rigurgitò insieme alle parole. «Mi piacerebbe poter contare su qualcosa di più di un pensiero prima di piombare in una polveriera di papiri.»

«Sto facendo quello che posso» protestò Imogen. «Tutto considerato.»

«Certo che sì» disse Priya toccando con il gomito le costole di Far.

Era difficile non essere irritabili, dopo il sollievo per la scampata morte rovinato dal tragitto in magmobile. La circospezione di Eliot lo esasperava molto di più dopo la sua offerta di aiuto. Era un eroe respinto. No, peggio. Era diventato una comparsa nella storia di un’altra persona.

C’era solo un punto luminoso a cui aggrapparsi: la nuova macchina diagnostica di Priya, che al momento stava incrociando il DNA di Eliot con un intero mondo di esseri umani. Il processo era comprensibilmente faticoso. Priya aveva passato quasi tutto il pomeriggio nell’infermeria, a installare il software degli Archivi Ancestrali al riparo dagli sguardi di Eliot. Ancora poche ore e avrebbero avuto un indizio sull’identità della ragazza. Un antenato, un anno di nascita, qualcosa di concreto.

«Ci sono prove a sostegno di queste coordinate» continuò sua cugina. «Le spedizioni precedenti… e, ehm, le informazioni di Eliot.»

Far cercò di non strozzarsi con l’acqua che stava bevendo.

«Le mie informazioni sono affidabili» assicurò Eliot.



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